Arles e Van Gogh, un rapporto particolare

Amici, sono appena tornata da Provenza e Camargue e già ho voglia di raccontarvi qualche curiosità. Arrivata ad Arles, sono andata a visitare i luoghi di Van Gogh, pittore olandese, vissuto qui per qualche tempo, ma mai amato ed accettato dagli abitanti. Neppure adesso. Tuttavia, ad oggi, troviamo qualche testimonianza in più del suo passaggio.

Il giardino della casa di cura

In occasione del suo soggiorno ad Arles, tra febbraio del 1888 e maggio del 1889, Vincent van Gogh realizzerà circa 300 disegni e dipinti.  Nel XIX secolo, sui moli, l’attività mercantile è ancora importante. Van-Gogh che si avvicina poco alla popolazione locale visita la città ed i suoi dintorni, dipinge incessantemente le trasformazioni della natura in primavera, i paesaggi, i lavori dei campi, gli uomini del fiume al lavoro. Tutto ciò che vede lo ispira e diventa dipinto. Mette il suo cavalletto sui moli quando il vento glielo permette.

La casa gialla

Nella città, i luoghi in cui l’artista ha sistemato il suo cavalletto sono segnalati da pannelli che rappresentano ogni suo dipinto. Una decina di luoghi sono stati contrassegnati così: la piazza del foro per “Il caffè di notte”, il ponte di Trinquetaille corrisponde a “La scala del ponte di Trinquetaille”, il molo del Rodano a “La notte stellata”,  la piazza Lamartine a “La casa gialla”, la rue Mireille a “Il vecchio mulino”, il giardino del boulevard des Lices a “Il giardino pubblico”, lo spazio Van-Gogh a “Il giardino del manicomio”, la strada lungo il canale di Arles “à Bouc” sul ponte di Langlois con le lavandaie” più comunemente chiamato “Ponte Van Gogh”. Anche le arene e gli Alycamps sono stati immortalati in molte tele.

Il locale che oggi, non a caso, si chiama Caffè Van Gogh

È la luce che ha attirato Van Gogh, ma anche il cielo reso terso dal maestrale, che anche io ho ritrovato. Questi elementi rendono indubbiamente più affascinante qualunque cosa, dalle case al paesaggio, nulla lascia indifferenti. Per seguire “il percorso Van Gogh” è bene farsi dare una piantina dall’ufficio turistico di Arles o, se già avete acquistato una guida della città, sicuramente lo avrà tra le sue pagine, quindi vi basterà seguirla.

Vi consiglio di visitare questa località e i suoi dintorni, in particolare in questo stagione quando, nonostante la lavanda (o meglio il lavandino) non sia ancora in fiore, durante le giornate, i colori vi ammalieranno e, senza il caldo estivo, apprezzerete di più Arles e la vicona Camargue (di cui Arles è un po’ la porta di ingresso) a cui dedicherò un prossimo reportage.

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