Itinerari di Viaggio: “Non è poi così lontana Samarcanda…”

Così canta Roberto Vecchioni nella canzone “tormentone” della mia infanzia e che, ad oggi, adoro ancora ascoltare e cantare. Così, ecco che il primo viaggio dopo o, se proprio vogliamo credere che non sia ancora finita, durante la pandemia, mi porterà proprio a questa sospirata meta.

Quale migliore ripresa se non ricominciare dai sogni di bambina?

Questo il nostro itinerario in terra Uzbeca

PRIMO GIORNO: Partenza dall’Italia per Tashkent
Partenza in mattinata dall’Italia con volo di linea via scalo internazionale per Tashkent con arrivo previsto verso l’una di notte (ora locale).


SECONDO GIORNO: Dopo la prima colazione, intera giornata dedicata alla visita di Tashkent: il Museo-Biblioteca Moye Mubarek, dove è conservato il Corano di Osman, risalente al VII secolo e considerato il più antico del mondo; la spartana Moschea di Telyashayakh; la Madrasa di Barakhon, che ospita l’Ente Religioso Islamico dell’Uzbekistan; il Mausoleo di Kaffal Shashiy, il Bazar Chorsu, il mercato agricolo, sormontato da un’immensa cupola verde, un incantevole quadro di vita urbana; la Piazza dell’Indipendenza; la Piazza del Teatro Alisher Navoi; Amir Timur Maydoni, con la patriottica statua equestre di Tamerlano, alcune stazioni della metropolitana.

Tashkent

TERZO GIORNO: Presto al mattino, dopo la prima colazione, trasferimento all’aeroporto per il volo per Nukus, la capitale amministrativa e il più importante centro di snodo della Repubblica Autonoma del Karakalpakstan, situata nel nord ovest del paese. Escursione nei pressi di Nukus per la visita dell’antica Mizdakhan (IV secolo a.C. – XIV secolo), un tempo la seconda città della Corasmia, un luogo rimasto sacro anche dopo la distruzione ad opera di Tamerlano.
La principale attrattiva del sito è una collina cosparsa di moschee e mausolei, alcuni in rovina, altri intatti. Il più imponente è il restaurato Mausoleo di Mazium Khan Slu (XII-XIV secolo). Nel pomeriggio si visita il Museo Savitsky, un autentico tesoro nel deserto: conserva infatti reperti etnologici del Karakalpakistan e una collezione unica di dipinti dell’avanguardia russa.


QUARTO GIORNO: Partenza verso sud lungo il confine con il Turkmenistan, che corre in prossimità del fiume Amu-Darya. Si attraversa il cuore di quello che un tempo fu lo stato di Corasmia (che comprendeva anche parti dell’odierno Turkmenistan settentrionale), situato lungo un ramo della Via della Seta, per migliaia di anni un importante crocevia di civiltà in mezzo ai deserti dell’Asia centrale. A nord-est di Khiva si trovano ancora le rovine di molte città e fortezze
corasmiane, alcune delle quali risalenti a ben più di 2000 anni fa. Il nome tradizionale di questa zona è Elliq Qala, “Cinquanta Fortezze”. Lungo il percorso visita delle rovine di Ayaz Qala e Toprak Qala. La fortezza più imponente è la Ayaz Qala, in realtà un complesso di tre fortezze dalle pareti di fango, che conobbe il suo periodo di maggiore splendore nel VI e VII secolo. La
fortezza di Toprak Qala è un complesso, che comprende anche un tempio, appartenuto ai governatori della Corasmia che nel III e IV secolo erano a guardia dei confini. Nel tardo pomeriggio arrivo a Khiva, che si delinea con le scintillanti cupole color turchese, le torri e i minareti, circondata da pianeggianti distese desertiche.


QUINTO GIORNO: Khiva, la città – museo. Da molti considerata la più suggestiva dell’Asia Centrale, senz’altro Khiva è la più isolata delle oasi carovaniere uzbeke
sulla Via della Seta. Secondo la leggenda la città fu fondata da Sem, figlio di Noè, che scavò un pozzo proprio dove sorge ora.
La parte antica della città (che è stata inserita dall’UNESCO nell’elenco dei luoghi considerati “Patrimonio dell’umanità” nel 1991) si chiama Ichan Kala ed è circondata da una lunga e possente cinta di mura di fango, lunghe 2,5 km su cui si aprono quattro porte. La più importante è quella occidentale, detta Ota Darvoza.
Ci addentriamo, quindi, nell’Ichan Kala, percorrendo i suoi vicoli tortuosi, visitando minareti, madrase, palazzi e moschee…
Entrando in città dalla Ota Darvoza, sulla destra, scopriamo uno dei simboli della città, il Kalta Minor, un immenso minareto rivestito di piastrelle turchesi e visitiamo la fortezza Kunya Ark, residenza dei sovrani, costruita nel XII secolo e successivamente ampliata.
Faremo, infine, un’immancabile passeggiata al tramonto lungo il tratto nord-occidentale delle mura.

Kiwa

SESTO GORNO: Oggi ci aspetta un lungo, ma spettacolare tragitto nell’amato deserto (noi adoriamo i deserti, ma chi ci segue ormai lo avrà di certo capito).
Dopo la prima colazione, quindi, partenza per il più lungo trasferimento del viaggio (450 km, circa 7 ore più le soste). Direzione sud-est, attraverso il deserto di Kyzylkum (sabbie rosse) e al limitare del deserto di Karakum (sabbie nere), che si estende oltre il vicino confine con il Turkmenistan.
Insieme il Kyzylkum e il Karakum formano il quarto deserto del mondo per estensione. Sosta sulla riva del fiume Amu-Darya (l’antico Oxus) che scorre tra i due deserti segnando il confine tra Uzbekistan e Turkmenistan e andando infine a morire nell’agonizzante Lago d’Aral. Nel tardo pomeriggio arriveremo a Bukhara.


SETTIMO GIORNO: Bukhara, la città santa e punto d’incrocio delle vie carovaniere lungo la Via della Seta.
“Se Samarcanda è la meraviglia della terra, Bukhara è la meraviglia dello spirito”. Il centro storico e i dintorni offrono tanto, e l’essere considerata la città più sacra dell’Asia Centrale, emerge anche grazie a restauri che sono stati più attenti che in altri centri. Anch’essa è Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Con i suoi 2000 anni di storia, Bukhara è una vera e propria città-museo con magnifici capolavori dell’architettura islamica: la fortezza di Ark, una cittadella regale all’interno della città, residenza degli emiri dall’XI secolo sino al 1920; la moschea Bolo-Hauz, costruita nel 1718, luogo di culto ufficiale degli emiri; l’originale Mausoleo Chashma Ayub, costruito tra il XII e il XVI secolo sopra
una sorgente fatta scaturire da Giobbe; il massiccio Mausoleo di Ismail Samani, considerato una delle meraviglie di tutti i tempi e caratterizzato da una elaborata muratura in mattoni di terracotta; il complesso di Kalon con l’alto minareto del XII secolo, un tempo “punto di riferimento” per le carovane che arrivavano dal deserto circostante, la Moschea di Kalon e la Madrasa di Mir-i-Rab; la Madrasa di Ulughbek, decorata con maioliche azzurre e mai restaurata; la cinquecentesca Madrasa di Abdul Aziz Khan, un vero gioiello, le cui
stanze un tempo erano destinate agli studenti della scuola coranica; LyabiHauz, la piazza costruita attorno a una vasca del 1620, il posto più interessante e tranquillo della città.

Bukhara

OTTAVO GIORNO: Escursione a Langar, tipico villaggio di montagna (300 km, circa 4 ore)…Ma questa è solo una delle mete del giorno.
Dopo la prima colazione partenza verso sud-est per Shakhrisabz, una piacevole e tranquilla cittadina uzbeka, luogo di nascita di Tamerlano. Qui faremo una bella escursione con mezzi locali per un itinerario panoramico poco esplorato ai piedi della catena montuosa di Hissar. Si raggiunge lo scenografico villaggio montano di Langar, con il suo famoso mausoleo sulla collina, dove il
tempo sembra essersi fermato. Visita del villaggio e pranzo in casa privata con possibilità di socializzare con la popolazione locale. Dopo pranzo rientro a Shakhrisabz e se il tempo lo consente iniziamo la visita dei principali siti d’interesse della città.


NONO GIORNO: Dopo la prima colazione visita di Shakhrisabz: le rovine del Palazzo Ak-Saray, il “Palazzo Bianco”, la residenza estiva di Tamerlano; la moschea del venerdì Kok-Gumbaz, “cupola azzurra”; il Mausoleo dello sceicco Shamseddin Kulyal, precettore spirituale di Tamerlano; il Gumbazi Seydan, il mausoleo per i discendenti di Ulughbek; il complesso di Khazrati-Imam, con
la tomba di Jehangir, il figlio maggiore di Tamerlano che morì a 22 anni.

Al termine della visita partenza verso nord per Samarcanda (Marakanda per i greci), uno degli insediamenti più antichi dell’Asia Centrale, fondata nel V secolo a.C.. Capitale della Sogdiana, fu conquistata nel 329 a.C. da Alessandro Magno, il quale disse: “Tutto quello che ho udito di Marakanda è vero, tranne
il fatto che è più bella di quanto immaginassi”.

Si inizia la visita dei principali siti d’interesse della città: la gigantesca Moschea di Bibi Khanim fatta costruire, secondo la leggenda, dalla bella moglie cinese di Tamerlano e l’adiacente Siyob Bazar; l’Osservatorio di Ulughbek, il sovrano-astronomo che tra il 1420 e il 1430 fece costruire un osservatorio con un astrolabio di 30 metri; il Museo di Afrosiab con i reperti delle rovine dell’antica Samarcanda, abbandonata all’inizio del XIII secolo, dopo la conquista dei Mongoli.

DECIMO GIORNO: Dopo la prima colazione intera giornata dedicata alla visita di Samarcanda: il Registan, parola che in tagiko significa “luogo sabbioso”, il centro commerciale della Samarcanda medievale, un complesso di maestose e imponenti madrase, principale monumento della città e uno dei luoghi più straordinari di tutta la Via della Seta; il Mausoleo di Guri Amir, complesso architettonico che si distingue per la caratteristica cupola scanalata e che ricomprende la tomba di Tamerlano, di due figli e due nipoti; la monumentale Necropoli di Shah-i-Zinda, con la “tomba del re vivente”, un cugino del profeta Maometto che si dice abbia portato l’Islam in questa regione nel VII secolo.

UNDICESIMO GIORNO: Volo di rientro in Italia.
Presto al mattino, trasferimento all’aeroporto per l’imbarco sul volo di linea per l’Italia via scalo internazionale. Arrivo a Milano Malpensa nel primo pomeriggio.