Itinerari di Viaggio: la Mauritania dall’Oceano al Deserto

Come devo avervi già detto, cari amici, affamati di luoghi come noi, il 2022 è l’anno della ripartenza verso mete estere. Ad agosto vi abbiamo portato in Uzbekistan, ma, per Natale, vi suggeriamo una nuova meta, decisamente diversa. Andremo infatti in Mauritania!

Finalmente, dopo tanto tempo, torniamo in Africa e lo faremo attraverso un luogo che per me è, da sempre, patria di suggestioni e magie, ovvero il Deserto.

Così, dopo aver visto immagini sul web, documentari e filmati e dopo aver letto ed ascoltato racconti di viaggio, siamo corsi a procurarci tutto l’occorrente per la nostra avventura.

Ecco in breve il nostro itinerario nell’affascinante Mauritania, augurandovi che, prima o poi, diventi anche il vostro.

PRIMO GIORNO

Partenza dall’Italia con volo di linea per Nouakchott via Casablanca. Arrivo in tarda serata nella capitale maura. Accoglienza in aeroporto e trasferimento in hotel.

Nouakchot

SECONDO GIORNO

Dopo la prima colazione partenza verso nord percorrendo con il fuoristrada il bagnasciuga della costa atlantica attraversando piccoli villaggi di pescatori Imraguen. Il Banc d’Arguin è habitat ideale di uccelli marini dell’emisfero australe e boreale, come gabbiani, cormorani, pellicani e fenicotteri. Questi si radunano proprio qui, sulla costa atlantica, per svernare e perché è uno dei tratti più pescosi dell’Atlantico. Il modo migliore per raggiungere il Banc è sicuramente quello di percorrerne la battigia, con le onde dell’oceano che lambiscono le ruote dei fuoristrada, ma solo durante la bassa marea, se c’è l’alta marea non resta che aspettare! . Campo tendato.

Banc d’Arguin Park

CONSIGLIAMO BAGAGLIO IN SACCA (non valigia rigida) PER GLI SPOSTAMENTI IN FUORISTRADA.

TERZO E QUARTO GIORNO

Ci dirigiamo verso Bennichab, proseguiamo per le dune di Amessaga. Incontriamo la lunga ferrovia, circa 650 chilometri, che partendo dalla città mineraria di Zouerat arriva fino a Nouadibou, sulla costa Atlantica.  Si giunge a Ben Amera, un monolite di 400 metri di altezza, secondo al mondo dopo quello di Ayers Rock in Australia. Alla fine degli anni 90’, per festeggiare l’arrivo del terzo millennio, il governo della Mauritania chiese a degli artisti provenienti da tutto il mondo di scolpire queste rocce per promuovere la pace nel mondo: ne risulta uno straordinario luogo d’arte contemporanea, insolita collaborazione tra uomo e natura.  Campi.

Ben Amera

QUINTO E SESTO GIORNO

Da Ben Amera ci dirigiamo in direzione di Atar, capoluogo della regione montana dell’Adrar sulla strada carovaniera verso il Marocco dove facciamo rifornimento. Ci sarà il tempo per visitare l’interessante mercato artigianale (e quindi mi sa che qui qualche acquisto ci scappa). La traversata prosegue prima su terreno roccioso poi su sabbia. Visita ad un sito d’arte rupestre ed ad una straordinaria capanna-museo dove vengono custoditi preziosi reperti preistorici quali macine, pestelli, punte di freccia, gelosamente custoditi dal Capo villaggio che ha collaborato col grande naturalista ed esploratore francese Theodore Monod.  Attraversiamo Guelb-er-Richat, chiamato anche Occhio del Sahara, una formazione circolare somigliante ad una grande ammonite con un diametro di circa 40 chilometri. Campo tendato.

Chinguetti

SETTIMO, OTTAVO E NONO GIORNO

Arriviamo a Ouadane, la città fantasma patrimonio dell’ Unesco, una distesa di rovine… mozzafiato: pietre dai riflessi rosati e fiammeggianti coprono una collinetta per 2 chilometri in lunghezza e 150 metri in altezza. Ai suoi piedi, le palme formano un basamento su cui gli edifici erosi sembrano galleggiare.  Raggiungiamo infine la settima città santa dell’Islam, costruita nel XII secolo, patrimonio dell’umanità, la mitica Chinguetti. Pernottamento in Auberge a Chinguetti. Partenza per il sito d’arte rupestre di Agrour dove sono rappresentati giraffe, elefanti, leoni e figure umane. Raggiungiamo le oasi di Mheirith e di Terjit, che interrompono la grande distesa del deserto, con i loro ombrosi palmeti e le fresche acque che scorrono tra le felci. Dal passo d’Amogjiar vediamo in lontananza il suggestivo Fort Saganne, costruito negli anni ottanta per le riprese dell’omonimo film con Gerard Depardieu e la Vallée Blanche, che si presenta come una lunga catena di montagne delle quali oramai spuntano solo le cime. Le dune inondano tutta la valle, poggiandosi sui fianchi di questi rilievi, e ai margini di questo mare di sabbia la vegetazione superstite dimostra l’esistenza, non distante nel tempo, di una vastissima e rigogliosa oasi. Arriveremo alla grande duna di Azwega, con tutto il tempo necessario per passeggiare, godere l’aria ed i silenzi del deserto. Campi. 

CONSIGLIAMO DI PORRE GLI INDUMENTI ALL’INTERNO DI SACCHETTI PER PROTEGGERLI DALLA SABBIA

Vallée Blanche

DECIMO GIORNO

Torniamo alla civiltà. Raggiungiamo Nouakchott. Posata la prima pietra il 5 marzo 1958, la città ha cominciato ad essere edificata a partire dal 1960 e non presenta un grande interesse architettonico. Straordinario ed unico al porto lo spettacolo, dell’arrivo dei pescatori: gli uomini che pagaiano come forsennati per vincere il risucchio delle correnti e rientrare, la folla che si accalca attorno alle piroghe, i quintali e quintali di pesce fresco e guizzante, il mercato animatissimo e colorato che subito viene improvvisato. Tempo a disposizione per visitare alcuni negozi di artigianato. Cena in ristorante locale e poi in hotel.

UNDICESIMO GIORNO

Molto presto trasferimento in aeroporto in tempo utile per il volo di rientro, via Casablanca. Arrivo in Italia nel pomeriggio.  

ATTENZONE! Viaggio in regioni poco battute, occorre preventivare eventuali disguidi e ritardi. Per ragioni tecnico-operative l’itinerario potrà essere invertito o modificato dalla guida. NON ADATTO AGLI AMANTI DEL CONFORT!

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