Facciamoci un giro per Amsterdam, la “Venezia del Nord”

Ponte del Primo Maggio 2014… Ci concediamo qualche giorno ad Amsterdam incrociando le dita. Vi chiederete “Perché?”

Non sono superstiziosa, ma sentendo che la città viene definita la “Venezia del Nord”, mi sono chiesta in caso di mal tempo come sarebbe stata. Se penso a Venezia con le sue calli strette e i suoi ponti in una giornata di pioggia, mi sento automaticamente avvolta dalla tristezza. Amsterdam però non è così… Tutto è colore e strade, ponti e canali sono luminosi e allegri.

Comunque, siamo stati davvero fortunati e abbiamo trovato un tempo così bello che gli Olandesi stessi si sono stupiti perché non avevano mai visto il sole per così tanti giorni consecutivi, specialmente a fine aprile.

E così eccoci qui dopo un volo che ci ha fatto atterrare all’aeroporto internazionale di Schiphol. Qui siamo subito andati all’ufficio turistico all’interno del  terminal ed abbiamo acquistato una tessera per i trasporti che, oltre ad essere conveniente se si viaggia più giorni, garantisce ingressi gratuiti e sconti ad attrazioni, musei e ristoranti. Unico neo, non è compreso il bus da e per l’aeroporto, ma questo succede anche da noi.

Qualcuno di voi a questo punto si domanderà che cosa ci sia di bello ad Amsterdam. Cominciamo dai Canali!!!

A Parigi sali sulla torre Eiffel, a Barcellona visiti la Sagrada Familia, mentre un soggiorno ad Amsterdam non è completo senza un giro dei canali in battello. E sebbene possa sembrare una trappola per turisti, si tratta in realtà di un’esperienza fantastica che ti consente di imparare molte cose sulla storia di Amsterdam. I diversi itinerari in battello consentono di ammirare la chiesa Westertoren, i canali, la casa di Anna Frank, il ponte Magere Brug vicino al teatro Carré, il vecchio porto, il bacino Oosterdok e numerose altre attrazioni più o meno conosciute. Potete vedere gli splendidi palazzi che si ergono lungo i canali, provvisti di scale che indicavano lo status di chi vi abitava, in base al numero di gradini. In breve, un bellissimo giro pieno di curiosità interessanti. Generalmente i giri in battello durano circa mezz’ora e partono da diversi punti della città. Ma sono disponibili anche numerosi pacchetti: giri serali con cena a lume di candela, escursioni per gruppi, noleggio di un’intera imbarcazione e così via. In ogni modo non perdetevi un giro in battello, perché Amsterdam mostra davvero il meglio di sé vista dall’acqua. Ovviamente nei ponti e in altri periodi dell’anno armatevi di molta pazienza perché le code sono lunghe e a volte le attese non bastano: potrebbe capitarvi infatti che, dopo aver esaurito i posti su più battelli, alcune compagnie vi mandino da altre vicine e quindi dovrete rifare la fila e sperare… Se riuscite a prenotare però già un boat tour dall’Italia (anche on line) o tramite un’agenzia di Amsterdam avrete maggiori speranze di successo.

Io ho fatto così anche per il Museo di Van Gogh. Prenotando via internet ho evitato la coda. Sul sito del museo, infatti, puoi scegliere giorno e orario di ingresso. Arrivati all’ingresso, basterà seguire le persone che entrano dal lato sul quale è stato esposto il tabellone orario. Ma continuiamo con il nostro tour cittadino…  Diverse case dei canali di Amsterdam hanno avuto un passato molto interessante. Spesso dimore delle famiglie benestanti, alcune furono parte di eventi storici ed oggi ospitano bellissimi giardini e musei. Se camminate per i canali di Amsterdam vi capiterà di passarci davanti; in alcuni casi si può entrare e dare un’occhiata.

Il Palazzo Reale di piazza Dam è uno dei tre edifici ancora in uso alla famiglia reale olandese. Edificato secondo stilemi classici tra il 1648 e il 1665, è costruito su una base di 13.659 pilastri di legno che rendono più stabile il soffice terreno di Amsterdam. Atlante è visibile sulla sommità del palazzo, impegnato a sostenere sulle spalle il peso del mondo – in questo caso, una sfera di 1.000 chili. La vista più celebre dell’edificio si gode da piazza Dam: da qui è facile seguire i ricevimenti reali e avvistare capi di stato in visita ufficiale. Le splendide chiese e sinagoghe in città sono vere e proprie attrazioni, anche per chi non ha intenzione di partecipare a qualche funzione religiosa. In realtà, molti degli edifici sacri di Amsterdam oggi non sono più luoghi di culto ma centri adibiti a sale da concerto, musei e perfino discoteche! 

E se per voi, come per me, l’Olanda è soprattutto tulipani, proprio su uno dei maggiori canali di Amsterdam, il Singel (tra Muntplein e Koningsplein), c’è l’appuntamento imperdibile con il Bloemenmarkt, il grande mercato dei fiori! La particolarità di questo mercato è che è l’unico mercato dei fiori  galleggiante d’Europa! Si trova infatti su delle chiatte adibite a case galleggianti. Qui si trovano ogni sorta di fiore o bulbo, anche delle preziosissime rarità. E per quanto stereotipi, i tulipani sono davvero parte integrante della vita e della cultura di Amsterdam. Così tanto che nel XVII secolo le persone ipotecarono la propria abitazione solo per possederne alcuni nel corso di quella che fu definita la Tulipomania. Scopriamo da vicino l’amore degli olandesi per i tulipani… 

I tulipani sono originari dell’impero ottomano e il loro nome significa letteralmente turbante. Il turbante è usato in Turchia, Iran, Pakistan, Afghanistan e in altre parti dell’Asia Centrale. I tulipani divennero popolari in Olanda a partire dal 1593, quando Carolus Clusius divenne capo botanico all’università di Leida. Trasferitosi nella città olandese dopo aver prestato servizio a Vienna, allora alle porte dell’impero ottomano, Carolus non perse tempo e iniziò a piantare i primi bulbi di tulipano. La fama di questo meraviglioso fiore si diffuse rapidamente nelle classi sociali altolocate. Non appena i tulipani cominciarono a diffondersi, tra i coltivatori iniziarono sfide all’ultimo sangue per creare le più belle varietà. I più ammirati erano i tulipani dai colori sgargianti, multicolore o con striature e screziature sui petali – ironia della sorte, oggi sappiamo che queste variazioni sono in realtà imperfezioni dovute a un virus dei tulipani. Ciò dimostra che la bellezza è davvero negli occhi di chi guarda! 

 I tulipani divennero un prodotto di lusso e uno status symbol. Le persone erano pronte a pagare ingenti somme di denaro per un singolo bulbo tanto che il prezzo continuava a crescere. In breve, la febbre dei tulipani dilagò nel paese. La speculazione crebbe non appena le persone scorsero nella compravendita dei tulipani un modo per fare fortuna. Nel 1663 furono create borse valori per la compravendita di bulbi e di future sui tulipani. Nonostante il tentativo delle autorità di arginare il fenomeno, la febbre si diffuse spingendo le persone a vendere terreni, case e oggetti di valore per investire in bulbi. I più venduti furono i bulbi delle varietà Semper Augustus e Viceroy: nel 1635 si registrò una vendita record di 40 bulbi per 100.000 fiorini, l’equivalente di dieci volte il salario di un lavoratore qualificato!  La febbre speculativa ebbe fine nel 1637 quando il mercato collassò, mandando in rovina i mercanti che si ritrovarono nel migliore dei casi solo con un mazzo di fiori. Oggi la febbre dei tulipani, o Tulipomania è un termine usato in riferimento a bolle speculative destinate a non durare. Gli olandesi, anche se guariti da questa febbre, amano moltissimo i tulipani tanto da dominare ancora il mercato mondiale. In cifre, ciò significa 12.000 ettari di bulbi coltivati nei Paesi Bassi, di cui il 70% destinato al settore dei fiori freschi. A questo punto, spero di avervi trasmesso, più che la Tulipanomania, l’Amsterdamania e di avervi convinti a scoprire questa città perché potrebbe davvero riuscire a sorprendervi.