Emozioni Sudafricane: alla scoperta del Kruger National Park, in Sudafrica

Qui qualcuno ha osato togliermi di mano la colazione prima che potessi addentarla (un babbuino è sceso dal tetto del Lodge e mi ha portato via il muffin. Subito dopo è risalito sul tetto e mi ha fatto vedere che se lo mangiava soddisfatto e con gusto), qui ho capito che con la natura non si scherza (un elefante mi ha graziata all’ultimo minuto e solo perché, dalla jeep, lo avevo salutato con un gesto troppo simile a quello del movimento di una proboscide),  qui ho vissuto momenti bellissimi, all’insegna delle grandi emozioni.

Dopo aver lanciato verso di me una manciata di terra con la proboscide, l’elefante si avvicina allargando le orecchie!!! Panico!!! (sarainviaggio)

Il Parco nazionale Kruger è la più grande riserva naturale del Sudafrica, infatti si estende su di un‘area di circa 20.000 km². A ovest e a sud del parco si trovano le due province sudafricane di Mpumalanga (consigliatissima) e Limpopo, a nord lo Zimbabwe e a est il Mozambico e lo Swaziland (al quale abbiamo dedicato un reportage https://sarainviaggio.altervista.org/lo-swaziland-piccolo-gioiello-africano/ ). Recentemente, il Kruger è entrato a far parte del Parco transfrontaliero del Grande Limpopo, che lo unisce al Parco nazionale di Gonarezhou dello Zimbabwe e al Parco nazionale del Limpopo del Mozambico. Il parco appartiene alla “Kruger to Canyons Biosphere”, una zona designata dall’UNESCO come Riserva Internazionale dell’Uomo e della Biosfera.

Il Kruger Park è suddiviso in 6 ecosistemi con diversi tipi di vegetazione, dai fitti boschi di acacie e sicomori del sudovest, alla savana della regione centrale.

Per quanto riguarda invece la fauna, il parco ospita tantissimi mammiferi, tra cui bufali, leoni, rinoceronti, elefanti, zebre, ghepardi, giraffe, antilopi e ippopotami, per non parlare poi di rettili, come coccodrilli e serpenti, anfibi, pesci e oltre 500 diverse specie di uccelli. Nell’ultimo ventennio circa il parco ha sofferto di un’eccessiva crescita della popolazione degli elefanti, che crea notevoli problemi all’ecosistema. Per tale motivo a partire dal 1989 il parco ha preso a vendere sistematicamente i propri elefanti ad altre riserve e dal 1995 ha iniziato ad applicare addirittura la somministrazione annuale di farmaci contraccettivi.

Nella regione del Kruger sono stati trovati reperti che indicano la presenza umana da almeno un milione e mezzo di anni fa. Infatti qui fiorì una civiltà, la cui presenza è oggi testimoniata dalla cittadella di pietra di Thulamela e dai resti di circa 200 miniere di ferro.

Un leone ci scruta, ma sembra tranquillo

Il primo europeo a esplorare la zona fu l’olandese Francois de Cuiper, che guidava una spedizione della Compagnia olandese delle Indie orientali partita dalla Colonia del Capo nel 1725. Cuiper in seguito fu scacciato dalla zona, da un attacco sferrato ai suoi, dalle tribù locali nella zona di Gomondwane.

Durante la fine dell’ottocento, numerosi cercatori d’oro cominciarono a riversarsi in questa zona, nonostante la presenza di molti pericoli, rappresentati da leoni, coccodrilli e dalla malaria. Fu in questo periodo, che la fauna locale cominciò a essere seriamente minacciata dai cacciatori europei. Nel 1896 il virus della peste bovina fece strage di gran parte degli animali selvatici e domestici dell’area.

Allo scopo di preservare la cacciagione, il parlamento dell’ex repubblica del Transvaal, decise di creare una piccola riserva governativa intorno al fiume Sabie.

James Stevenson-Hamilton, primo guardiano della riserva, fece in modo che tutti gli abitanti della zona fossero costretti a trasferirsi altrove e iniziò ad abbattere i predatori per consentire alla popolazione di antilopi e altri erbivori di tornare a crescere in numero.

Nel 1912 la riserva fu attraversata dalla ferrovia e Stevenson-Hamilton riuscì a sfruttare questa situazione, facendo in modo che i viaggiatori si fermassero nella riserva a pranzo, creando in tal modo un primo embrione di sfruttamento turistico della zona.

Un leopardo beve in una pozza a pochi passi da noi e ci osserva

Nel 1926 l’amministrazione britannica stabilì che la riserva diventasse il primo Parco Nazionale del Sudafrica e come gesto simbolico di riconciliazione con la popolazione dei coloni dopo la guerra, la ribattezzò “Kruger National Park” in onore del leader boero Paul Kruger, che fu presidente della repubblica sudafricana o Transvaal, alla fine dell’ottocento. Il parco fu aperto al pubblico nel 1927 e dopo un inizio piuttosto timido iniziò ad attirare gente. Stevenson-Hamilton così smise di abbattere predatori, in quanto si rese conto del grande interesse che i leoni suscitavano presso i turisti.

Nel 1991 vennero intraprese numerose azioni per modernizzare il parco, tra cui quella di rimuovere le staccionate che delimitavano i confini del Kruger, consentendo così agli animali di spostarsi liberamente dal parco alle riserve confinanti.

Anche se può sembrare difficile, anche alla luce di quest’ultimo provvedimento, ingaggiando un esperto ranger del Parco, si possono vedere tantissimi animali.

Cercate di stare nel Kruger almeno due o tre giorni e di seguire scrupolosamente le regole onde evitare che il vostro safari si trasformi in tragedia.

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