Dal tranquillo Myanmar all’avventurosa Cambogia

A dicembre del 2003 siamo stati in Myanmar, ma verso la fine del mese ci siamo spostati in Cambogia. Anche nel passare da una Nazione all’altra abbiamo fatto scalo a Bangkok, in quanto non esisteva un volo diretto tra le due Capitali.
È stata un’esperienza straordinaria in queste terre, disseminate di pagode, dove i modi di vita tradizionali sono ancora attuali e, per motivi di sicurezza, legati alla presenza di ordigni della Guerra del Vietnam, come lungo la strada che Porta da Phnom Penh a Siem Reap, ci sono ancora zone interdette ai visitatori.

Dentro la Pagoda Shwedagon a Rangoon (Myanmar)
Dentro la Pagoda Shwedagon a Rangoon (Myanmar)

Partire alla scoperta delle meraviglie del Myanmar, addentrarsi in un territorio magico ricco di tesori architettonici e spiritualità, è stata l’occasione ideale per conoscere un paese unico: abbiamo visitato scintillanti pagode dorate e templi millenari, scoperto le molteplici espressioni dell’artigianato locale e gli orti galleggianti sul lago Inle.

Gli orti galleggianti sul Lago Inle (Myanmar)
Gli orti galleggianti sul Lago Inle (Myanmar)

Inoltre, sulle rive del possente Fiume Ayeyarwady, l’antica Bagan è uno dei luoghi più belli del Sud-Est asiatico. Il numero straordinario di templi, monasteri e stupa (circa 4400) impone di guardare dall’alto per avere una vista meravigliosa: è stato fondamentale salire sulla sommità di un tempio al tramonto per assaporare l’incanto di Bagan!

Il tramonto su Bagan, dall'alto di una Pagoda (Myanmar)
Il tramonto su Bagan, dall’alto di una Pagoda (Myanmar)

A tutto ciò ha fatto seguito l’avventura. In Cambogia infatti ci siamo arrampicati sui Templi di Angkor, l’Antica Capile Khmer, abbiamo navigato sul Tonle Sap, un lago con case su zattere, cenato,a Phnom Penh, nel locale dove si riunivano i reporter della guerra del Vietnam per confrontarsi e scrivere notizie, abbiamo partecipato ad una festa tenuta, il 31 dicembre, da una delle figlie del Re per i suoi amici, siamo stati in barca sul Mekong per osservare la vita sul fiume, abbiamo girovagato tra i mercati, soprattutto quello famoso e molto frequentato, in cui non si vendono altro che insetti e dove vedi raffinate signore, dai costumi eleganti, sgranocchiarsi con gusto, scarafaggi giganti, scorpioni, ed altre prelibatezze (almeno per loro) locali. Infine, siamo entrati nell’ex carcere del terribile dittatore cambogiano Polpot per vedere da vicino gli orrori dai suoi compiuti sulla popolazione, perché anche questo fa parte della storia del Paese.

Il Tempio Angkor Wat (Angkor, Cambogia)
Il Tempio Angkor Wat (Angkor, Cambogia)

I sentimenti e le emozioni, durante tutto il viaggio, sono state contrastanti.
In Myanmar le persone ci hanno detto di non poter uscire dai confini, pertanto, non veniva concesso loro il passaporto e di non poter parlare in alcun modo di politica; nei villaggi vivevano meglio che in città, sia in una che nell’altra nazione, grazie alla terra e all’acqua; in entrambe le Nazioni era vietato chiedere e fare elemosina, l’aver visto e sentito raccontare dai Cambogiani il massacro compiuto da Polpot ci ha fatto soffrire e ci ha lasciato profondamente scossi, così come vedere molti veterani senza gli arti inferiori, muoversi camminando sulle mani, in quanto mancanti di un sussidio di guerra per potersi permettere protesi e cure. Per fortuna, in Cambogia, sulla strada principale che collega Siem Reap a Phnom Penh, vi era un centro che si occupava di chi fosse menomato dal post conflitto interno o dagli ordigni del post vietnam.

La vita lungo le sponde del Mekong (Cambogia)
La vita lungo le sponde del Mekong (Cambogia)

Spero ci sia ancora e spero siano arrivati altri a migliorare le vite dei Cambogiani e dei Birmani (soprattutto ora che il governo è cambiato) perché, per lo meno tredici anni fa, ce n’era davvero un gran bisogno.

By https://sarainviaggio.altervista.org