A spasso per piazza Jamaa el Fna, l’icona di Marrakech che cambia dal giorno…alla notte

Jamaa el Fna è la piazza principale della città marocchina di Marrakech, attorno alla quale si sviluppa la Medina cioè la città vecchia e potrebbe essere considerata senza alcun dubbio il suo centro vitale e più caratteristico.

Non è nota l’origine di questa piazza né, con certezza, l’origine stessa del suo nome, che potrebbe significare “l’assemblea del defunto” come pure “la moschea del nulla”. In realtà entrambe queste differenti etimologie sono plausibili, infatti se da un lato la piazza faceva parte di un progetto della dinastia Sadiana (mai concluso) relativo all’edificazione di una moschea, dall’altro nei secoli passati la piazza è stata anche la sede di esecuzioni capitali.

Piazza Jema el Fna al tramonto

Uno dei luoghi più emblematici e conosciuti del Marocco, è stata purtroppo ad oggi pure teatro di un attentato terroristico, avvenuto il 28 aprile del 2001, quando un’esplosione uccise e ferì molte persone.

Di forma irregolare, si divide essenzialmente in due parti: la prima, più estesa, è rivolta verso la moschea della Koutubia, la seconda si trova invece nel lato nord e confina con i suq (mercati coperti, sempre ad uso dei marocchini più che per i turisti). Inoltre, su alcuni lati, vi sono anche alcuni hotel e caffetterie con terrazze, che offrono un rifugio dal rumore e dalla confusione della stessa.

Incantatori di serpenti

Ciò che mi ha colpita è stata la sua duplice faccia: l’aspetto di questo posto cambia durante la giornata! Di mattina e pomeriggio è sede di un vasto mercato all’aperto, con bancarelle che vendono le merci più svariate (dalle stoffe ai datteri, alle spremute d’arancia, alle uova di struzzo etc.) e “professionisti” dediti alle attività più svariate come truccatori con l’henné, erboristi, cavadenti, suonatori, incantatori di serpenti, fachiri, ammaestratori di scimmie di Barberia e molto altro. La sera, invece, diventa più affollata, le bancarelle si ritirano e subentrano banchetti con tavole e panche per mangiare cibi preparati al momento, insieme a danzatori e cantastorie, i cui racconti sono in berbero o in arabo per un pubblico di gente del luogo.

Frutta secca!!!

Tutte queste figure erano minacciate dallo sviluppo economico, pertanto, la gente del posto ha chiesto un’azione a livello internazionale per riconoscere la protezione di questo luogo e delle espressioni di cultura popolare e tradizionale, che di esso fanno parte. L’UNESCO ha accolto la richiesta e garantito di far accrescere la consapevolezza dell’importanza del patrimonio, orale e intangibile, legato all’essenza stessa del Marocco.

Vi posso assicurare che fare un giro qui di giorno e poi tornarvi la sera ad assaggiare magari cibo etnico, vuol dire vivere appieno i due volti non solo della piazza, ma anche della stessa Marrakech, vuol dire entrare in contatto con i suoi cittadini e le loro abitudini, ed infine vuol dire sentire profumi e odori speziati che rendono magica l’atmosfera, altrimenti caotica.

Profumatissime spezie!

A completare la serata , un giro nei suq dove alcuni uomini bevono tè, discutendo tra loro, altri invece fumano assieme un narghilè, altri giocano a  kent kuppi, un gioco di origine mediterranea, molto diffuso in Spagna e in Africa Settentrionale, soprattutto qui in Marocco.

Che altro aggiungere… Tutto davvero suggestivo!

By https://sarainviaggio.altervista.org