Salar di Uyuni, il posto più magico sulla Terra

Cari viaggiatori la Bolivia ci è piaciuta davvero e resterà nei nostri cuori e nei nostri occhi per sempre. Questo per la bellezza delle sue città coloniali e dei suoi paesaggi mozzafiato.
Anche il suo popolo ci è piaciuto e ci ha colpito per le sue coloratissime differenze (etnie,costumi, linguaggi…), mentre dei suoi mercati ricorderemo sempre la quantità di prodotti, la varietà di frutti ed ortaggi esposti e molto altro ancora.

Uno dei mercati di Sucre
Uno dei mercati di Sucre

Tuttavia il luogo che più ci ha lasciati senza parole e mi ha fatto scendere pure una lacrimuccia è stato il Salar di Uyuni. Pare sia formato da ben 11 strati, con quello superficiale spesso 10 metri.Così diverso dal suo vicino in Atacama, questo posto magico si presenta con miraggi e isole sulle quali salire per poter goderne a pieno la vista. Noi siamo andati in cima a quella che è impropriamente chiamata Isola del Pescado e meglio conosciuta come Isola dei Cactus. Trattasi, infatti, di un antico lago salato, ad oggi, ricco di sale e di litio (speriamo che la presenza di questo importante minerale non rappresenti, in futuro,la condanna del Salar). Ma facciamo un salto indietro di circa 40.000 anni. L’altopiano su cui si trova il deserto non aveva sbocchi, quindi tutta l’acqua proveniente dalle montagne circostanti si convogliava qui, creando il lago Minchin, un enorme lago preistorico. A causa dell’elevata salinità, tutta l’acqua colpita dai forti raggi del sole delle Ande evaporò, facendo rimanere questa massiccia crosta di sale. Nella parte più profonda e centrale, il lago raggiunge una profondità di 120 metri.

In cima all'Isola dei Cactus
In cima all’Isola dei Cactus

Secondo una leggenda Aymara le protagoniste della formazione del deserto furono i giganti Kusina, Kusku e Tunupa, che sono in realtà le montagne circostanti. Tunupa e Kusku erano sposati, ma il secondo tradì la moglie con Kusina: Tunupa pianse così tanto da riempire tutta la distesa con le sue lacrime salate, dando origine al deserto di sale.
Una leggera variante della leggenda sostiene che invece le lacrime di Tunupa sgorgarono dopo essere stata abbandonata dal marito Kusku con il figlio appena nato; durante ogni allattamento, Tunupa si disperava in lacrime che, miste al latte materno, formarono il Salar.
Un’altra leggenda Inca, non legata alla creazione, sostiene che nel deserto di Uyuni vi siano gli Ojos de Salar (occhi del deserto di sale), buchi nella superficie salata che inghiottivano le carovano. In effetti si tratta di buchi particolarmente pericolosi perché sono praticamente invisibili in certe condizioni di luce poiché vi fuoriesce l’acqua sottostante.
Luogo leggendario o meno, il Salar va comunque attraversato con prudenza e guide esperte. Le nostre ci hanno aiutato davvero a vivere una grande avventura facendo in modo che, non solo godessimo a pieno delle bellezze del salar fino al tramonto, ma lo sentissimo nostro, vicino alla nostra anima.

Un salto nel Salar
Un salto nel Salar

Avevo scritto la bozza di questo articolo a ferragosto, dalla mia stanza sul Lago Titicaca, anche questo un luogo magnifico, ma da raccontare in un prossimo articolo. A presto!

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