Il Potala, Palazzo d’Inverno del Dalai Lama e simbolo del Tibet nel Mondo

Il palazzo di Potala si trova a Lhasa, capitale del Tibet. Prende il nome dal Monte Potala, la dimora di Avalokitesvara. Il palazzo del Potala fu la residenza principale dei Dalai Lama fino a che il 14° Dalai Lama fuggì a Dharamsala, India, in seguito all’ invasione ed alla fallita rivolta del 1959. Attualmente il Palazzo del Potala è stao convertito in museo dal governo cinese.
L’edificio misura 400 metri sul lato est-ovest e 350 metri su quello nord-sud, con pietre inclinate spesse 3 metri (5 metri alla base), con rame fuso attorno alla fondamenta per aiutare e proteggerlo dai terremoti.

Prepariamoci alla salita con un sorriso

I tredici piani dell’edificio (contiene oltre 1000 stanze, 10.000 reliquiari e circa 200.000 statue) si alzano per 117 metri sulla cime del Marpo Ri, la “Collina Rossa”, con un’altezza totale di oltre 300 metri del fondo della valle. Secondo la tradizione delle tre principali cime di Lhasa rappresentano i “Tre Protettori del Tibet”. Chokpoei, immediatamente a sud del Potala, è la “montagna dell’anima” (bla-ri) di Vajrapani, Pongwari è quella di Manjusri e Marpori, la cima su cui si trova il Potala, rappresenta Chenresig o Avalokitesvara.

Il sito venne usato come luogo di meditazione da re Songtsen Gampo, che nel 637 costruì qui il primo palazzo al fine di onorare la moglie Wencheng, della dinastia Tang della Cina.
Lozang Gyatso, il quinto Dalai Lama, iniziò la costruzione del palazzo del Potala nel 1645 dopo che uno dei suoi consiglieri spirituali, Konchog Chophel (morto nel 1646), fece notare che il luogo sarebbe stato ideale come sede del governo, situato trai i monasteri di Drepung e Sera e l’antica città di Lhasa. Il Dalai Lama ed il suo governo di spostano a Potragn Karpo (‘Palazzo Bianco) nel 1649.

Verso l’ingresso principale (da dove cominciare a salire i 2000 gradini)

La costruzione proseguì fino al 1694, circa dodici anni dopo la sua morte. Potala venne usato come palazzo invernale del Dalai Lama dell’epoca. Il Potrang Marpo (Palazzo Rosso) venne aggiunto tra il 1690 ed il 1694.
“Il nuovo palazzo prende il nome da una collina di Kanyakumari, all’esterno meridionale di una roccia sacra dedicata al Dio della Misericordia, che gli indiani chiamano Avalokitesvara mentre i tibetani adorano con il nome Chenrezi. Gli stessi Tibetani parlano raramente del luogo sacro chiamato “Potala”, ma lo apostrofano piuttosto come “Cima Potala” (Tse Potala), o a volta “la Cima””.
(Lowell Thomas, Jr (1951). Outo of this world: Across the Himalayas to Tibet. ).

Il palazzo venne leggermente danneggiato durante la rivolta contro il governo cinese del 1959, nella quale i cinesi bombardarono le finestre del palazzo. Si salvò anche durante la Grande rivoluzione culturale del 1966 grazie all’intervento in prima persona di Zhou Enlai, primo ministro cinese di quel periodo che si oppose alla rivoluzione. Quasi tutti i 100.000 volumi di scritture, documenti storici ed altre opere vennero rimossi, danneggiai o distrutti.

E fin qui ci siamo arrivati in tempo. Adesso abbiamo un’ora per visitare l’interno

Il palazzo di Potala venne inserito dall’UNESCO tra i patrimoni dell’umanità nel 1994. Nel 2000 e nel 2001 vennero aggiunti al patrimonio il tempio Jokhang e di Norbulingka. L’UNESCO evidenziò il problema dato dalla veloce urbanizzazione, che stava portando alla creazione di moderni edifici a ridosso del palazzo.
Il governo cinese rispose emanando una legge che impediva la costruzione dei paraggi di edifici alti più di 21 metri. Un secondo problema era rappresentato dai materiale utilizzati durante i restauri, iniziati nel 2002 con un costo di 180 milioni di Renminbi (circa 15,52 milioni di euro), nonostante il direttore del palazzo, Qiangba Gesang, abbia chiarito che sono stati usati solo materiali originali. Il palazzo è stato restaurato anche tra il 1989 ed il 1994, con 55 milioni di Renminbi (circa 4,74 milioni di euro).

Costruito ad una’altitudine di 3700 metri, sul versante del Marpo Ri (montagna Rossa) al centro della valle della di Lhasa, il palazzo, con i suoi grandi muri inclinati rotti solo nella parte superiore da file di finestre, e con i tetti piatti ai vari livelli, non è molto diverso da una fortezza. Sul lato meridionale della roccia si trova un grande spazio racchiuso da mura e porte, con grandi portici all’interno. Una serie di scale, interrotte da lievi salite, conducono alla sommità. Tutta la larghezza della rocca è occupata dal palazzo.La parte centrale di questo gruppo di edifici sorge in un quadrato posto sopa gli altri satelliti, e termina con baldacchini dorati simili a quelli di Jokhang.

L’imponenza del Potala si vede soprattutto dal basso

Questa parte centrale del palazzo viene chiamata “Palazzo Rosso” a causa del color cremisi, che gli permette di distinguersi dal resto. Contiene le mura, le cappelle ed i santuari principali dei passati Dalai Lama. Al suo interno vi sono numerosi dipinti decorativi, con opere tempestate di gioielli, inserti ed altri ornamenti.

Il tempio cinese di Purto Zongcheng, costruito tra il 1767 ed il 1771, prende spunto dal Palazzo Potala. E’ stato etichettato da diverse riviste come una delle “Sette meraviglie del mondo moderno”.

Il Palazzo Bianco è quella parte del palazzo Potala che contiene la residenza del Dalai Lama. Il primo Palazzo Bianco venne costruito al tempo del quindo Dalai Lama, e lui ed il suo governo vi si trasferirono nel 1649.
Venne ampliato fino a raggiungere le dimensioni attuali dal tredicesimo Dalai Lama all’inizio del XX secolo. Il palazzo non venne usato per motivi religiosi, ma conteneva solo residenze uffici, il seminario e la stamperia. Il cortile interno tinteggiato di giallo, noto come Deyangshar, separa gli appartamenti del Dalia Lama e dei monaci dal Palazzo Roddo, l’altro lato del sacro Potala, adibito ad usi religiosi di studio e preghiera. Contiene il sacro stupa dorato (le tombe di otto Dalai Lama), la sala delle assemblee dei monaci, varie cappelle e santuari, e biblioteche che contengono importanti scritture buddhisti, il Kangyur di 108 volumi ed il Temgyur di 225. L’edificio giallo situato a lato del Palazzo Bianco ospita le grandi bandiere ricamate con simboli sacri che vengono appese alla facciata meridionale durante il Capodanno.

Anche di notte lo spettacolo è assicurato

Dal 1° maggio 2003 il numero di turisti ammessi a palazzo è limitato a 1600 al giorno, con orario ridotto a sei ore al giorno per evitare affollamento. Prima di imporre questo limite la media di turisti al giorno era di 1500 persone, con picchi di oltre 5000. Le visite al tetto della struttura sono state eliminate dopo il restauro del 2006, per evitare nuovi danni. La quota è stata elevato a 2300 persone per venire incontro ad un aumento del 30% delle visite in seguito all’apertura della ferrovia del Qingzang che dal 1° luglio 2006, raggiunge Lhasa, ma spesso questo limite viene raggiunto a metà mattinata. Le ore di apertura sono state aumentate durante il periodo di alta stagione, tra luglio e settembre, quando oltre 6000 persone vogliono visitare il luogo.

Per conoscere le modalità da seguire al fine di visitare al meglio il Potala, potete leggere il nostro reportage su Lhasa, pubblicato lo scorso febbraio.

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