I Maya del Guatemala (dall’Altopiano alla Giungla)

Quanto ci è piaciuto il Guatemala! Ancora adesso continuo a ripensare e rivivere ad occhi aperti determinati momenti vissuti in quella che, ancora oggi, è per eccellenza, la “Terra dei Maya”.

Un tipico mercato Maya
Un tipico mercato Maya

Sull’Altopiano, una schiera di giganti silenziosi si arrampicano verso il cielo. Si alzano tra le nuvole all’improvviso, per poi precipitare in vertiginosi canaloni. Tutt’intorno, folti boschi di conifere e, sullo sfondo, la geometria delle piantagioni di caffè che lotta con l’assalto perenne della vegetazione tropicale. Sono loro, i maestosi vulcani del Guatemala, a incombere sugli Altipiani Occidentali e a schierarsi in una fila compatta. In tutto sono trentatré. Disegnano da millenni questo paesaggio stupefacente, ricordando il loro assoluto potere di distruzione. Alcuni ogni tanto si risvegliano. I più ribelli – Pacaya, Fuego, Tacanà, Tajamulco, Santaguito, Atitlán – trasudano ciuffi di fumo sulfureo, sputando spruzzi di roccia fusa.

Il Lago Atitlán e l'omonimo vulcano
Il Lago Atitlán e l’omonimo vulcano

Terre impossibili? Non per i Maya che, da duemila anni, ne abitano le impervie vallate e che, ancora oggi, rappresentano la maggioranza della popolazione, conservando la loro struttura sociale, le loro lingue, le loro tradizioni, tanto da dare il nome a questa regione: Altopiano Maya.
La cittadina di Chichicastengo vanta il mercato (giovedì e domenica) più celebre dell’America Centrale. Molti arrivano dalle montagne carichi di stoffe e trasformano vie e piazze in una babele di bancarelle, dove gli arditi accostamenti cromatici di sciarpe, borse, coperte e huipiles, i grandi scialli tradizionali, raccontano della loro innata solarità e fantasia. Il mercato è la diretta eredità delle tradizioni degli antichi Maya, da sempre grandi commercianti, e l’occasione per offrire incenso a divinità dai nomi cristiani, ma venerate con riti pagani. E quando il fumo profumato si diffonde lento, e la luce di candele colorate illumina il buio delle chiese, uomini e donne, in lingue indecifrabili, mormorano preghiere sommesse, richieste di fertilità e invocazioni di perdono. Uno spettacolo di mercati e preghiere che si ripete poi nelle decine di villaggi sull’altopiano.

Una Processione Religiosa la mattina di Natale a Chichicastenango
Una Processione Religiosa la mattina di Natale a Chichicastenango

Scendendo a fondovalle, raggiungiamo il Lago di Atitlán, maestoso specchio di acqua azzurrissima e Parco Nazionale – Patrimonio dell’Umanità Unesco – custodito da due vulcani e da una dozzina di minuscoli villaggi: Panajachel, San Antonio Palopó, Santiago… Il panorama toglie il respiro. Di mattina, la superficie luccica, piatta e limpidissima. Nel pomeriggio, si alza lo xocomil, il “vento che porta via il peccato”: agita le acque e, secondo i Maya, indica che lo spirito del lago sta “buttando” il cadavere di un annegato, dopo essersi impossessato della sua anima. La sera il tramonto ci lascia a bocca aperta: la superficie del lago appare dorata!
Salutato l’Altopiano ci dirigiamo prima ad Antigua, anch’essa Patrimonio Unesco, dove sono ancora visibili le gravi ferite lasciate dall’ultimo forte terremoto (mancano fondi per poter mettere in sicurezza le tante Chiese danneggiate), poi, con un volo da Città del Guatemala e con un mezzo fuoristrada, a Tikal, nel dipartimento di Petén.
Tikal è la più estesa delle antiche città in rovina della civiltà Maya. Attualmente fa parte nel Parco nazionale di Tikal, sito segnalato dall’UNESCO come uno dei siti Patrimoni dell’Umanità.

Dall'alto del Tempio 2 di Tikal
Dall’alto del Tempio 2 di Tikal

Qui c’è da restare davvero senza fiato, non tanto per le salite sui templi, rese più faticose dal clima della giungla, quanto per la maestosità di ciò che si sta ammirando.

Lasciamo il Guatemala, via terra, passando sul famoso ponte sopra il Rio Dulce.
I Maya di ieri e quelli di oggi ci sono piaciuti! Ci hanno accolto e mostrato la loro vita, cultura, tradizioni e tutto con gran semplicità e fierezza, lontano da contaminazioni turistiche, soprattutto tra i villaggi dell’Altopiano.

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