Malta un’isola dai mille volti

 

Ma quanto ci è piaciuta Malta! Anche per lei è bastato un ponte (nel 2013) per farci innamorare. Siamo partiti direttamente da Genova via Roma ed abbiamo noleggiato un’auto all’aeroporto. Da lì ci siamo diretti verso La Valletta dove avevamo prenotato il soggiorno presso il Grand Hotel Excelsior. E già questo albergo merita due parole. Affacciato sul Porto di Marsamxett e sul Fort Manoel, questo hotel di lusso occupa un imponente edificio circondato da fortificazioni del XVI secolo, ad appena 2 km dal vivace lungomare. Si mangia in maniera divina ed il servizio è impeccabile in tutti i settori.

Uno scorcio di Mdina
Uno scorcio di Mdina

Per arrivare alla meta comunque non è stato affatto facile anzi, a dirla tutta, a Malta è davvero difficile orientarsi perché mancano le indicazioni stradali e, le poche, sono spesso in mezzo alle rotonde. Comunque tra un errore e l’altro, siamo riusciti a vedere tutto ciò che ci eravamo proposti.

Mdina - Sarà forse il Pozzo dei Desideri?
Mdina – Sarà forse il Pozzo dei Desideri?

Abbiamo cominciato il nostro iter con la visita di Mdina e Rabat. Arrivati, dopo un’ora di tragitto da La Valletta, ci siamo trovati immersi tra palme, ulivi e fichi e la prima cosa che ci ha colpiti era la tranquillità. Per questo Mdina, antica capitale di Malta, è meglio conosciuta come “la città silenziosa“. A renderla affascinante, la posizione: con i suoi 190 metri di altezza sul livello del mare è un punto privilegiato per osservare dall’alto l’intera isola e, in particolare, Rabat, il quartiere abitato all’esterno delle mura. Mdina, un tempo, era la residenza delle famiglie nobili più importanti di Malta, feudatari siciliani e spagnoli che, a partire dal XII secolo, avevano trovato nell’isola una piacevole e tranquilla dimora. A dimostrarlo gli imponenti palazzi in stile normanno e barocco che segnano il suo profilo, insieme ai tanti balconi chiusi in stile arabeggiante dai quali – si dice – le signore osservassero la vita sulla strada senza essere viste dai passanti. Ora ci abitano soltanto quattrocento persone, che vivono spesso isolate e raramente si mescolano ai turisti in visita in una delle ultime città fortificate rinascimentali rimaste intatte in Europa. Difesa a tal punto che neppure gli Ottomani, durante l’assedio del 1565, riuscirono ad espugnarla.

Le scogliere presso Dingli
Le scogliere presso Dingli

La Cattedrale di San Paolo, nella piazza principale, è nella top ten dei monumenti da scoprire. Si trova sopra le rovine di una chiesa normanna molto più antica costruita nel luogo in cui, secondo la tradizione, il governatore romano Publio venne convertito nel 60 d.C. da San Paolo, naufragato sull’isola ( a Rabat, invece, abbiamo visitato grotta in cui rimase imprigionato, oggi un celebre santuario). Ma anche il sottosuolo maltese riserva molte sorprese. Poco fuori dalle mura fortificate della città, a Rabat, ci sono le catacombe utilizzate in epoca romana per seppellire i defunti: quelle più importanti sono dedicate a San Paolo e a Sant’Agata, dove la martire si nascose durante le persecuzioni. Il bello di un viaggio a Mdina, è proprio quello di gironzolare nelle strette vie che percorrono la cittadina, soffermandosi ad osservare i monumentali portali rosso acceso, i bow windows che caratterizzano un po’ tutta l’architettura maltese, le spesse pareti giallo-ocra o i folti grappoli di buganvillee e che ricadono disordinatamente sulle facciate di molti palazzi. Il silenzio e la tranquillità sono ovunque. Ci hanno detto alcuni abitanti che, perché Medina si animi, bisogna andarci quando dame e cavalieri, giullari e alchimisti danno vita al celebre  Festival Medievale, tradizionale appuntamento per locali e stranieri. In quel periodo, il fascino di Mdina diventa ancor più evidente. A me devo dire è piaciuta così, tranquilla, silenziosa, quasi immobile. Me lo sono goduta fino in fondo.

Un campo di papaveri
Un campo di papaveri

Dopo Mdina e Rabat incontriamo Dingli un paese carino in cui, oltre ad una Chiesa molto bella, si trovano cabine telefoniche, per altro funzionanti, della vecchia Londra.

Tornati in Hotel programmiamo per il giorno successivo un giro sull’isola che ci porterà a visitare una serie di templi famosi, i Templi Megalitici di Hagar – Qim e Mnajdra. il percorso è davvero panoramico, l’isola è selvaggia e bellissima, sbagliamo persino strada e finiamo tra campi di papaveri in fiore. Torniamo sulla strada principale e passiamo vicino ad una stazione radar, a terrazze coltivate sul mare, scogliere, piccoli borghi… Arrivati ai Templi facciamo la visita e scopriamo che il percorso è a dir poco meraviglioso, a picco sul mare, che, a quell’ora, aveva una striscia argentata.

I Templi Megalitici di Hagar - Qim e Mnajdra
I Templi Megalitici di Hagar – Qim e Mnajdra

I templi di Mnajdra e Hagar Qim sono stati e sono, a tutt’oggi, un vero e proprio mistero, sia per quanto riguarda l’origine della loro costruzione sia per quanto riguarda il motivo. Per lungo tempo si pensò che i templi fossero stati costruiti dai giganti, tali erano le loro dimensioni e la loro imponenza che gli abitanti dell’Isola di Malta, non potevano che pensare altro. La struttura dei templi ha una pianta a trifoglio, costituita da un fondo centrale a cui si addossano altri due ambienti contrapposti lungo l’asse principale dell’edificio, accessibile da un piccolo corridoio che comunica con l’esterno.

La tecnica costruttiva di queste strutture è data da megaliti di dimensioni variabili, spesso accuratamente tagliati e messi in opera con estrema perizia tecnica. La struttura ha un forma a ferro di cavallo e il megalite più grande ritrovato qui è quello che pesa ben 20 tonnellate, alto 3 metri e largo sei. Intorno ai templi sono state ritrovate delle pietre a sfera. Una pietra di queste dimensioni e di questo peso, era più facilmente trasportabile infatti se sotto aveva una sfera che poteva farla “rotolare”. Questa, anche se molto accreditata, è comunque solo una delle ipotesi di come siano stati costruiti questi templi.

Difficile dire il perché della presenza di questi templi. Se qualcuno di voi ha mai visto i Templi di Stonehenge, bè, sappiate che i templi di Malta risalgono al 3600 a.C., quindi sono 1200 anni più in antichi di quelli si Stonehenge.

La Valletta
La Valletta

Qualcuno ha ipotizzato che in questi templi venissero svolte delle cerimonie, dei riti. Effettivamente la presenza di pietre a forma di altare e poste in posizione orizzontale, potrebbe far pensare a questo scopo. I templi di Mnajdra e Hagar Qim sono eretti in una posizione particolare: a ridosso del mare, guardano la vicina Isola di Filfla. Sono anche le strutture poste più in alto della zona. Esposte quindi, ma riparate grazie alle pietre. Infine, come per Stonehenge, la particolarità di questi siti è che vengono attraversati dai raggi del sole durante i giorni di solstizio e equinozio. Prima di avventurarvi nella scoperta dei templi, all’interno del museo abbiamo visto, attraverso un plastico, come i raggi del sole si muovono all’interno durante tutto l’anno. Il tempio di Mnajdra è perfettamente allineato con essi durante i giorni dell’equinozio, 20-21 marzo e 22-23 settembre, e durante i giorni del solstizio, 21 giugno e 21-22 dicembre.

Il giorno dopo decidiamo di vistare La Valletta e il  Borgo Marinaro di Marsalokk, ultima meta maltese.

La Valletta - I Balconi colorati
La Valletta – I Balconi colorati

Che dire della Valletta…Un gioiello. Ho amato molto perdermi (stavolta è in senso figurato) nelle sue viuzze e fotografare le file di balconi colorati, scoprire i suoi angoli più nascosti e fare su e giù per i suoi gradini. La Cattedrale di San Giovanni, poi, da fuori pare non sia niente di che, ma fidatevi, entrando si scopre il vero gioiellino che si trova all’interno. Una meraviglia di chiesa che è stata iniziata nel 1571 e ci sono voluti solo 6 anni per finirne l’esterno. Lo stile originale è quello rinascimentale. Le pareti sono scolpite nella pietra con fogli d’oro a 24 carati. Guardando verso l’altare maggiore, troviamo quello che viene considerato il capolavoro della Chiesa di San  Giovanni, fatto a Roma nel 1681. Una pala che si trova dietro l’altare completamente in marmo, dove il marmo più pregiato è quello in blu che si trova nel mezzo e che è ricoperto dal bassorilievo che rappresenta l’ultima cena. Altra cosa straordinaria e assolutamente da non perdere, nella Cattedrale di San Giovanni, è la Cappella di Caravaggio. La Cappella nasce dall’esigenza dei Cavalieri di Malta di avere per loro un luogo in cui pregare.  Nel 1607 arriva il Caravaggio e si dice che, con il quadro, la Decollazione di San Giovanni Battista (per altro unico dipinto autografato dal suo autore), abbia pagato l’entrata nell’Ordine. Tuttavia, dopo soli tre mesi dal completamento dell’opera, Caravaggio venne tolto dall’Ordine.

Il Borgo di Marsalokk - Le barche dei pescatori
Il Borgo di Marsalokk – Le barche dei pescatori

Altra meraviglia di Malta è la seconda meta del giorno,  Marsalokk dove i pescatori dipingono i loro gozzi con colori sgargianti. Qui troviamo anche un membro della famosa e antica Falconeria Maltese che mi fa partecipare ad un’esibizione con una grossa civetta davvero dolce e docile. Facciamo conoscenza anche con la sua poiana ed impariamo molte cose sulle origini della sua nobile arte.

Le origini della falconeria si perdono in un tempo remoto: non è possibile stabilire se siano stati i Cinesi (attestazioni del II° millennio a. C.), i Mongoli o le popolazioni arabe ad aver avviato la pratica.

In Europa, la Falconeria arriva, probabilmente, al seguito delle invasioni delle popolazioni provenienti dall’Est: Sciti, Sarmati, Unni. Quest’ultimi praticavano sicuramente la caccia con il falco contribuendo alla veloce diffusione della falconeria, che per un Millennio, diviene una passione che coinvolge tutte le classi sociali. All’imperatore Federico II si deve la definitiva consacrazione della falconeria come pratica regale e il falco, nella corte medioevale, è ben presto simbolo di potere e ricchezza. Carico di simbologia il falco svolge anche una funzione politica: i trattati sono  firmati con la presenza di una delegazione di falconieri. I Cavalieri di San Giovanni donarono un girifalco all’imperatore Carlo V per avergli concesso l’Isola di Malta, Gozo e la base di Tripoli dopo la disfatta di Rodi. I falchi sono oggetto di doni ambitissimi anche durante il Rinascimento, ma, la passione per la falconeria, in Europa, si affievolisce notevolmente fino alla quasi estinzione con l’avvento delle armi da fuoco. Oggi l’antica arte, nel mondo occidentale, torna a fare capolino e essere riscoperta come una grande arte di vita che non di caccia.

Marsalokk - Nina e me
Marsalokk – Nina e me

Salutato l’amico falconiere (al quale lasciamo anche un’offerta), ci dirigiamo nuovamente verso La Valletta. Il giorno successivo, ahimè, lasciamo Malta per fare rientro a casa con l’intento e la voglia di ritornarci presto, magari per visitare le vicine isole di Gozo e Comino.

By https://sarainviaggio.altervista.org/