Ma cosa mi ha lasciato, alla fine, la KKH? Il Pakistan è così pericoloso? Ecco le mie riflessioni a caldo…

Mai come oggi, nonostante il raffreddore e la tosse causa aria condizionata dell’aereo e non solo…, riguardando tutte le migliaia di foto che abbiamo scattato, sento il bisogno di tirare le somme di questo nostro spettacolare ed emozionante viaggio, durato ben 18 giorni.

Magico Kirghizistan

Il Kirghizistan è stato proprio come lo avevo immaginato, simile alla Mongolia e ricco di natura, popoli nomadi e paesaggi incontaminati; Kashgar, in Cina, non è certo la Città – Oasi Carovaniera dei tempi della Vecchia Via della Seta, ma la sua parte più antica è davvero interessante, così come i suoi volti, molto diversi e meno “standardizzati” dei cinesi di Pechino; il Pakistan…Una sorpresa dopo l’altra! Una Nazione purtroppo avvolta dal pregiudizio occidentale dettato dai Media, in cui, invece dei terroristi, ad ogni angolo incontri persone ospitali, godi di panorami mozzafiato, sei oggetto di curiosità in quanto turista. Si tratta però di una curiosità affatto invadente, per nulla insistente o aggressiva. Senti la voglia delle persone di comunicarti sincera simpatia, genuina e spontanea accoglienza e di voler entrare in contatto con te magari anche solo attraverso uno sguardo amichevole o un saluto. Anziani, donne e, soprattutto, i bambini mi hanno emozionata e certi volti, prima che sulla foto, li ho impressi per sempre nella mente, così unici, particolari, espressivi…

Uno dei tanti volti particolari di Kashgar

Ok è vero, a Chilas la sera ci hanno consigliato di restare in hotel e, il mattino seguente, fino al Passo Babusar, ci hanno dato la scorta armata, ma è stata questione di una notte e poche altre ore su ben 11 giorni di Pakistan… E comunque non ci siamo mai sentiti in pericolo durante il tragitto… Le persone incontrate erano tutto meno che terroristi sunniti tanto che siamo anche scesi dal mezzo per fare qualche foto.

Se penso che, prima di partire, ero piuttosto pensierosa e mi dicevo se avessi fatto bene a scegliere Islamabad come meta finale… Pensavo che, soprattutto gli uomini, mi avrebbero guardata male perché non indossavo il burka e tutta un’altra serie di pensieri che, ad oggi, mi sembrano solo stupidaggini.

Una generazione in un solo scatto

Eppure, ancora una volta, i Media hanno avuto su questo il loro peso (negativo). Durante le elezioni pakistane di fine luglio avevano messo in risalto solo i due attentati avvenuti durante i comizi elettorali, mentre non avevano messo in luce il fatto che il nuovo presidente eletto fosse una persona mentalmente aperta, nella quale la popolazione (soprattutto i giovani) crede per poter migliorare le condizioni di vita e sociali del Paese.

Ammetto che la situazione di donne e bambini sia comune alla maggioranza dei paesi musulmani, ma in alcune zone, già il cambiamento si nota: ci sono donne senza il velo, classi miste di alunni, uomini e donne che lavorano insieme, persone che ti chiedono se vuoi fotografarle (ci tengo a specificare non per soldi) o di fare un selfie con loro (soprattutto i giovani)…

Trova l’intrusa…(ma non mi sono auto-invitata)

Da nessuna parte mi sono sentita giudicata, anzi… Mi hanno chiesto più volte come vedevo io il Pakistan e i Pakistani; se li trovassi cordiali e accoglienti, o se pensassi davvero fossero tutti terroristi o integralisti. A questo hanno aggiunto anche una richiesta che ho accolto davvero volentieri: farmi portavoce, nel mio Paese, di un Pakistan che accoglie davvero i turisti (mi raccomando però, rispetto e decoro ovunque) e vorrebbe far conoscere meglio la sua vera immagine, priva di quelle veste di sangue che i media li hanno cucito addosso, soprattutto dopo il famigerato 11 settembre 2001.

Vi assicuro che questo viaggio partito da Bishkek, Capitale del Kirghizistan, e terminato a Islambad, Capitale del Pakistan è stato unico ed indimenticabile, dall’inizio alla fine. Faticosissimo (abbiamo percorso più di 3000 km su strade non sempre agevoli), ma incredibile, tanto da non sentire più nessuna fatica.

Alla fine, al ritorno, il mio fisico ne ha risentito, ma, col senno di poi, ne è davvero valsa la pena.

By https://sarainviaggio.altervista.org/