Leggende e Misteri Italiani: il Castello di Bardi

Lo abbiamo visitato più di una volta: questo Castello ci piace davvero! Ogni volta una sorpresa! all’ultima nostra visita, ad esempio, era stata allestita al suo interno una mostra su costumi e mestieri del Medioevo.

Dentro le mura…

Da Genova la strada è piuttosto lunga, ma molto suggestiva perché, nelle belle giornate, il Passo delle Cento Croci che dobbiamo scavallare per arrivare nel Parmense, ci regala, ogni volta, panorami mozzafiato.

Di cosa sto parlando? Ma del Castello o Fortezza di Bardi naturalmente!

La Fortezza di Bardi, edificata sulla cima di uno sperone roccioso di diaspro rosso, domina la confluenza del torrente Noveglia con il Ceno. Sorta alla fine del IX secolo, appare fin dalle sue origini un imponente e imprendibile gioiello di architettura militare. Dalla metà del Duecento, con i Landi, diventa Castello e per oltre quattro secoli, rimane la lussuosa dimora dei principi di uno stato di montagna che, su licenza imperiale, ai Landi, arrivano a battere moneta. ( www.castellodibardi.it )
Oltre ad essere famoso per la sua bellezza, il castello è noto anche per una leggenda: quella di Moroello e della dolce Soleste.

Moroello, intrepido comandante della guarnigione e Soleste, bellissima figlia del castellano, si innamorarono perdutamente, ma Moroello dovette partire per sventare la minaccia di un’invasione nemica.

Il Corpo di Guardia

Soleste, aspettando il ritorno dell’amato, si recava tutti i giorni al punto più alto del castello, il mastio, scrutando l’orizzonte in attesa del suo Moroello. Finché, un infausto giorno, vide le truppe nemiche avanzare verso il castello e il pensiero della morte del suo amato, unito a quello della triste sorte che avrebbe subito nelle mani del nemico, la indussero a buttarsi dal mastio. Ma la triste sorte volle che Moroello, in segno di spregio nei confronti dei nemici vinti, indossasse, insieme alla sua truppa, le divise degli stessi. Così Moroello, colto dal dolore e dal rimorso per la morte di Soleste, seguì la stessa fine buttandosi anch’egli dal mastio. Da allora si narra di strani odori percepiti nel castello, di canti, rumori e voci, ombre che passano veloci nelle sale del castello, colti anche dai visitatori che si recano nelle numerose sale, forse anche alla ricerca di una testimonianza di tale romantica leggenda.

Una delle vedute sul panorama

Assomiglia secondo me, un po’ alla leggenda di “Tristano e Isotta” e al dramma di “Giulietta e Romeo”, certo è, che il finale lascia, ancora una volta, l’amaro in bocca. L’amore non trionfa, ma, sicuramente, sopravvive alla morte come sentimento eterno, tramandato nel tempo da coloro che lo raccontano.

 

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