L’Alto Atlante, le “Alpi” del Marocco

Ad appena cento chilometri dall’esotica Marrakesh, viaggiando verso est, si scoprono pascoli verdi, boschi di eucalipti e lecci, laghetti alpini e mucche al pascolo; un paesaggio strano, insolito, sicuramente inaspettato rispetto a quello più stereotipato di deserto, suq e oasi a cui si è abituati in terra di Marocco.

Il villaggio di Tin Mal

L’inconsueto paesaggio bucolico, più elvetico che africano, appartiene alla catena montuosa dell’Alto Atlante, che ospita vette altissime, anche sopra i 3000 metri, dove d’inverno si fa trekking ma si può anche sciare.

La valle regala paesaggi magnifici:le verdeggianti e profonde vallate delle Rose e del Bougmez creano un meraviglio effetto di contrasto con le cime innevate dei monti attorno.

Consorte ed io a Taroudant

Il viaggio su queste montagne permette di scoprire luoghi seducenti e un po’ misteriosi ma soprattutto forti contrasti come le ampie vallate color smeraldo interrotte da profonde gole rocciose, simili a canyon americani, erose dal vento caldo del Sahara.

Un villaggio berbero

Il villaggio di Tin Mal con la sua moschea, la cittadina fortificata di Taroudant, villaggi ed oasi quasi invisibili, dove ogni cosa appare immutata nei secoli, dove il tempo sembra non esistere, dove la vita scorre lenta, legata al teritorio, le dune del deserto, gli altipiani senza fine, le gole e i guadi, la città di Ouarzazate, incastonata tra la valle del Dra, circondata da montagne bellissime ed alte, sono tutti gli elementi di una realtà così unica, da essere vicina alla dimensione del sogno, della fiaba.

Una Casbah con vista panoramica

Ma le montagne dell’Alto Atlante sono anche un luogo d’importante interesse culturale, oltre che naturalistico.

La parte orientale del massiccio è il territorio dei Berberi.

I loro piccoli villaggi, situati a fianchi delle montagne, vivono di pastorizia e di tutto ciò che gli Imazighen (che nella loro lingua significa “uomini liberi”) sono capaci di produrre con le proprie mani.

Un’oasi che sembra uscita dai racconti delle “Mille e una Notte”

In questo aspro ambiente naturale,l’ospitalità è una regola d’oro, come scoprirete voi stessi, se deciderete di visitare questa splendida terra.

Noi ci siamo stati a gennaio del 2000. Era un inverno davvero freddo, anche per i locali e le guide, ma la neve sulle cime ed il cielo terso, hanno reso tutto ancora più suggestivo e, quindi, senza dubbio indimenticabile.

Beduini “made in Italy” (mio fratello ed io) tra le Alte Dune di Merzouga

Curiosità: i Berberi sono un popolo superstizioso. Credono che il “malocchio” sia uno spirito potente e dannoso da combattere. Molti Berberi portano appeso a collane il simbolo della mano di Fatima, figlia del Profeta, dotata di poteri speciali contro il malocchio.

Arrivederci amici! Alla prossima destinazione!

By  https://sarainviaggio.altervista.org/

Un commento su “L’Alto Atlante, le “Alpi” del Marocco

  1. “petit village berber!” Bellissimo! Ci sono stata qualche anno fa, in piena libertà con una macchina a noleggio. Un paio di giorni di scoperte e di cambi repentini di panorami. E curve, tante curve…

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