Il Lago Inle una delle meraviglie del Myanmar (ex Birmania)

Nelle vacanze natalizie 2003 – 2004 abbiamo deciso di rientrare un po’ più tardi del solito dal viaggio, in quanto ci siamo girati Myanmar e Cambogia. Forse questo ve lo ricorderete già dà un precedente articolo, per cui mi voglio concentrare su una zona in particolare, un posto davvero unico che mi ha lasciato una gran voglia di tornare proprio lì. Si tratta del Lago Inle, uno dei luoghi più affascinanti ed autentici della Birmania. Ci abbiamo passato tre giorni e due notti, ma ci saremmo fermati lì mesi.

Pronti per partire alla scoperta del Lago Inle

Si trova nell’ampio altopiano che occupa la zona centro – orientale della Birmania. Il modo più semplice per arrivarci è prendere un aereo da Rangoon a Heho.

L’altopiano Shan è collinoso, coltivato a riso, fresco: siamo a quasi mille metri d’altitudine. Prende nome dalla popolazione che lo abita da un passato molto remoto. Quello degli Shan è il secondo gruppo etnico del paese dopo i Bamar. Nell’area si trovano numerose altre minoranze etniche: gente di montagna che vive isolata e parla centinaia di dialetti.

Situato a 900 metri di altitudine e circondato da montagne, il lago si esplora con motolance locali che partono da Nyaung Shwe e raggiungono i punti più suggestivi quali i giardini e gli orti galleggianti, i villaggi degli Intha, le antiche pagode e persino ad un monastero nel quale i monaci addestrano…i gatti (ebbene sì non ho scritto tigri, leoni…ma gatti, perché proprio di questi si tratta).

Anche Ale vuole provare a domare un felino

La minoranza Intha (letteralmente, figli del lago) parla un dialetto arcaico, viene dal sud del paese e si è insediata nell’area in epoca medievale. Si tratta di ottantamila persone che vivono direttamente sull’acqua. I villaggi sono su palafitte: durante la stagione delle piogge il livello del lago può crescere di oltre un metro e mezzo. Le case tradizionali (long house) ospitano diverse famiglie. Le più semplici hanno pareti di bambù intrecciato su strutture di teak: ogni diciotto anni le pareti vanno completamente ricostruite. Le più ricche, invece, sono interamente in legno di teak. Sotto ogni casa c’è almeno una barca ormeggiata. Tutti, anche i bambini, si spostano da una casa all’altra pagaiando su snelle canoe piatte. Due che tornavano dall’orto di famiglia mi hanno persino, al volo visto ero su una lancia, regalato una verza.   L’altro modo per spostarsi nel lago è costituito da più grosse, e altrettanto snelle, barche mosse da motore diesel, che viaggiano velocissime sollevando ampi schizzi. Locali e i pochi turisti si riparano aprendo un ombrello davanti a sé e usandolo come paravento: una soluzione brillante, ma noi non ne abbiamo avuto bisogno.

Gli orti galleggianti su zattere

Gli orti sono fertilissimi, restano ancorati al fondo grazie a pali di bambù e non vengono mai sommersi dall’acqua perché, galleggiando, seguono le variazioni di livello del lago. Per costruire un orto galleggiante ci vogliono tre anni, e c’è da compiere un’operazione davvero ingegnosa. La base è costituita da un’isola di giacinti d’acqua, sui quali si dispone uno strato di alghe raccolte dal fondo del lago. Alghe e giacinti formano presto un intreccio inestricabile, sul quale è collocato uno strato di limo. Tutto quanto può raggiungere anche il metro e mezzo di spessore. Questo sistema, non solo si mostra efficace, ma anche molto fertile e tiene sempre controllato il livello del lago che, per realizzare questi orti, viene pulito da alghe, giacinti e terra.

Il lago è inoltre un insieme di piccole botteghe artigianali e di tessitura, di fabbriche di sigari, mercati caratteristici. La Grande Pagoda Phaung Daw Oo è il centro religioso del lago, con i cinque Buddha d’oro che vengono trasportati con le barche reali durante le feste. Girovagando nelle botteghe ho acquistato un piccolo gong e una collana in argento (che ho visto forgiare davanti ai miei occhi).

I personaggi più curiosi che si incontrano, sono senza dubbio i caratteristici rematori che utilizzano una tecnica unica al mondo: il remo viene spinto in acqua mediante l’utilizzo di una sola gamba, mentre con l’altra restano in precario equilibrio sulla barca, pescando con enormi ceste di reti a cono. I pescatori, infatti, stanno a un’estremità della barca e remano appoggiando il remo su una gamba e tenendosi in equilibrio sull’altra. Hanno sviluppato questo stile unico perché stando in piedi è possibile districarsi più agevolmente tra le canne e la vegetazione galleggiante del lago, e perché le mani restano libere per manovrare le nasse. Le donne, invece, remano sedute. Le nasse servono per pescare soprattutto carpe. Tuttavia, nel lago vivono centinaia di specie di pesci: nove di queste sono endemiche e non si trovano in nessun’altra parte del pianeta.

I villaggi su palafitte

La sera il tramonto è altrettanto suggestivo quanto l’alba e, navigare in lungo e in largo sul lago Inle dall’alba al tramonto, vuol dire veder cambiare in maniera radicale, ma molto graduale e decisamente suggestiva, i colori dell’acqua, del cielo e del paesaggio circostante.

La notte è così silenziosa che fa quasi paura. Mi è capitato di svegliarmi e sentire solo il verso di un uccello notturno e un lieve fruscio dell’acqua contro le palafitte del nostro splendido bungalow. Mi sono venuti i brividi e quasi non riuscivo a riprendere sonno: né il campagna, né in montagna avevo mai sentito, in italia, un tale silenzio… Magnifico e, al tempo stesso, così insolito… Un’alba strepitosa ci ha salutati, per ben due giorni consecutivi, colorando di viola tutto il lago, mentre sentivo le barche dei pescatori partire e, i pesci, guizzare proprio sotto i nostri piedi. Un piccolo topino bianco se ne stava nel sottotetto a sgranocchiare, pronto a fermarsi in caso di nostri movimenti. Che posto! Uno di quei luoghi di cui conserverai il ricordo di ogni attimo, di ogni persona, di ogni profumo….per sempre.

Tramonto sul Lago

Info utili: a Nyaung Shwe si possono contrattare le motolance; per l’intera giornata ed un giro completo del lago occorrono circa 25.000 kyats. Durante l’inverno la temperatura mattutina è piuttosto bassa ed è necessario coprirsi ma le giornate sono terse e le precipitazioni scarse.

By https://sarainviaggio.altervista.org