La casa della Dea Atena: l’Acropoli piu` famosa del Mondo!

Nel 1994 sono atterrata per la prima volta ad Atene. Con un’amica, un ex compagna delle superiori, abbiamo fatto scalo nella Capitale perché dirette nelle isole Cicladi. Poiché il nostro volo era arrivato fuori tempo massimo, abbiamo passato le poche rimaste, in aeroporto per essere le prime a vedere l’alba all’Acropoli. Impresa riuscita grazie ai guardiani che ci hanno aperto, lasciandoci ammirare lo spettacolo e il sito in solitaria. I primi turisti, infatti, cominciarono ad arrivare quando, ormai, ce ne stavamo andando. E adesso veniamo a Lei, l’Acropoli.

L’Acropoli vista di fronte

L’Acropoli di Atene è il simbolo della Grecia, dei fasti della sua civiltà classica e il punto di riferimento più significativo della cultura greca. Una visita alla ‘città alta’, edificata sulla collina sacra in modo da dominare l’insediamento, è imperdibile. La città sacra, l’Acropoli, il più grande complesso architettonico ed artistico giunto fino a noi dall’antica Grecia si trova a 156 metri sul livello del mare sulla sommità pianeggiante di un promontorio roccioso largo 140 metri e lungo 28 che sovrasta la valle di Ilissos. Voluta nel V secolo a. C. da Pericle, in un’area dove a partire dal secondo millennio a. C. erano edificati palazzi reali e luoghi di culto, comprende i 4 capolavori dell’arte classica greca: il Partenone, i Propilei, gli ingressi monumentali della zona sacra dedicata ad Atena, l’Eretteo e il tempio di Atena Nike.

Oggi l’Acropoli è patrimonio mondiale dell’Unesco. Il paesaggio è monumentale e composto da strutture massicce perfettamente bilanciate tra loro e con la natura che danno vita ad un colpo d’occhio bellissimo.

Nel corso dei secoli, l’Acropoli è stata danneggiata numerose volte: prima i bizantini convertirono i tempi in chiese e saccheggiarono i tesori, poi nel 1456, quando Atene fu conquistata dai turchi, il sito divenne una moschea e l’Eretteo fu utilizzato come harem del governatore turco. L’episodio che più danneggiò l’Acropoli avvenne nel 1687, quando l’assedio dell’esercito veneziano provocò l’esplosione del Partenone, utilizzato dai turchi come polveriera. Il saccheggio fu completato nel diciannovesimo secolo da Lord Elgin, ambasciatore del re d’Inghilterra, che portò numerosi marmi in patria e che ancora oggi sono l’orgoglio del British Museum. Raggiungere l’Acropoli è facile e piacevole: grandi viali pedonali, animati da caffè e ristoranti, salgono dal quartiere di Thisio e Makrianni. Da Plaka e Monastiraki la salita è più tranquilla e sempre immersa nella natura. Dal cancello alla base della roccia sacra dovrete percorrere una scalinata per raggiungere l’ingresso vero e proprio del sito archeologico. Un ottimo punto d’osservazione della città di Atene, che si estende all’infinito ai vostri piedi, si ha vicino a dove sventola la bandiera greca. Sotto di voi potrete osservare Plaka e le rovine del tempio di Zeus.

La Mappa dell’Acropoli

Ma vediamo i suoi tesori principali più nel dettaglio. Ovviamente, partiamo dal Partenone, il Tempio più famoso.

Il Partenone è il monumento simbolo dell’Acropoli di Atene e dell’intera Grecia. La sua costruzione è attribuita agli architetti Ictino e Callicrate, sotto la supervisione dello scultore Fidia responsabile dell’intero complesso, e fatta risalire al 447 a. C. quando si volle sostituire una struttura incompleta di cui però venne copiata la tipologia, i materiali e la pianta. Il tempio del Partenone è dedicato ad Atena Parthenos, la Vergine, protettrice della città. La costruzione del Partenone si protrasse per 9 anni mentre la decorazione scultorea fu completata nel 432 a.C. Il Partenone, il tempio principale del complesso monumentale dell’Acropoli, è in stile dorico, presenta 8 colonne in marmo pentelico su ciascun lato corto e 17 sui lati lunghi. La cella è la parte centrale del tempio e qui era custodita la statua di Atena scolpita da Fidia in oro e avorio. La stanza sul retro della cella ha quattro colonne di ordine ionico che sostengono il suo tetto. L’introduzione di elementi di ordine ionico in un tempio prevalentemente dorico era raro nell’architettura greca, ma conferì al Partenone un certo equilibrio tra le caratteristiche visive austere e quelle delicate. Nel corso dei secoli, il Partenone è stato trasformato prima in chiesa cristiana e poi in moschea, fino ad essere destinato dai turchi a deposito di armi e munizioni. Fu proprio questa sua ultima veste a determinare nel 1687 una ferita profonda nell’edificio: un colpo di mortaio sparato da una nave veneziana in assedio ad Atene colpì il tempio distruggendolo in gran parte. Per cercare di porre rimedio ai problemi dell’Acropoli, nel 1975 è stata istituita dal Ministero della Cultura una commissione interdisciplinare di esperti composta da archeologici, architetti, ingegneri e chimici che ha studiato e programmato l’esecuzione di tutte le opere necessarie al completamento del restauro del sito.

Il Partenone

L’accesso monumentale dell’Acropoli di Atene è costituito dai Propilei e si compone di un corpo centrale e di due ali laterali. Progettato dall’architetto Mnesicle, è stato costruito tra il 437 e 432 a.C. quando la sua realizzazione venne interrotta a causa della guerra del Peloponneso. Costruiti con l’utilizzo del marmo bianco e la pietra grigia, i Propilei hanno un aspetto unico e superano le difficoltà di integrazione, sia con le diverse elevazioni del sito che con l’architettura già esistente. Il corpo centrale presenta 6 colonne doriche, simili a quelle del Partenone, un corridoio con tre colonne ioniche su entrambi i lati e sei colonne doriche sull’uscita a ovest. Le ali indipendenti rappresentano la parte incompiuta del progetto originale: nella parte settentrionale si trova la Pinacoteca,  progettata per essere una galleria d’arte e un luogo peri banchetti, mentre a sud si trova un semplice portico. La campata delle travi orizzontali del tetto dei Propilei è particolarmente impressionante ed è molto più lunga rispetto alla norma dell’architettura greca del tempo. Davanti ai Propilei si trova un massiccio piedistallo di marmo grigio di 10 metri di altezza su cui sorgeva una scultura raffigurante un carro trainato da 4 cavalli in onore del re di Pergamo. Nel corso dei secoli l’edificio è stato trasformato prima in palazzo del vescovo bizantino e, nella metà del XVII secolo, in polveriera. Sfortunatamente, a seguito di un’esplosione fu gravemente danneggiato, ma, grazie ai lavori di restauro, i Propilei hanno riacquistato in parte il loro antico splendore.

Le Cariatidi

L’Eretteo è un tempio in stile dorico e ionico che fa parte del complesso monumentale dell’Acropoli. Le Cariatidi sono il suo elemento più famoso e, con la loro forma sinuosa, sembrano sostenere con disinvoltura il peso della trabeazione sulle loro teste. Queste figure femminili sono repliche esatte degli originali oggi custoditi nel museo dell’Acropoli.

La costruzione di questo edificio, destinato ad ospitare i rituali religiosi, iniziò nel 420 a. C., in piena guerra del Peloponneso, per essere terminata nel 406 a. C. L’Eretteo, tuttavia, ha subito importanti fasi di ricostruzione attraverso i secoli: è stato danneggiato prima in epoca classica da un grande incendio, poi nel VII secolo d. C. fu trasformato in basilica cristiana e infine durante l’Impero Ottomano fu convertito in un harem e ciò comportò la muratura del portico sul lato nord. Presenta, ad oggi, forme delicate, in netto contrasto con il vicino Partenone: incorpora due portici, uno a nord-ovest che è sostenuto da alte colonne ioniche, e uno presso l’angolo sud-ovest che è sostenuto da 6 statue femminili alte circa 6 metri, le famose Cariatidi. L’ingresso, rivolto ad est, presenta 6 colonne in stile ionico.

Il Tempio di Atena Nike è la struttura più piccola dell’Acropoli con i suoi 27 metri di lunghezza e i 18 di larghezza e presenta una fila di 4 colonne ioniche monolitiche sul fronte e sul retro. Sorge nell’angolo sud-ovest dell’Acropoli, vicino ai Propilei, su un bastione edificato su uno sperone roccioso.

Il Tempio di Atena Nike

Costruito nel 420 a. C. dall’architetto Callicrate in onore della dea della vittoria, il tempio presenta una fila di 4 colonne ioniche monolitiche sul fronte e sul retro. Il fregio scultoreo raffigura su tre lati scene di battaglie tra greci e persiani mentre sul lato ad est il rilievo è dedicato agli dei dell’Olimpo intenti ad osservare queste battaglie. Il tempio fu trasformato in chiesa nel V secolo d. C. e nel periodo ottomano fu destinato prima al deposito di munizioni e poi smontato per costruire un bastione di protezione vicino ai Propilei. Nel 1834 il bastione fu a sua volta smantellato e il tempio ricostruito nell’arco di 4 anni.

La struttura è costruita in pietra calcarea rivestita di marmo e ospitava la statua lignea della Apteros Nike o Vittoria senza ali: la dea, privata delle sue ali, secondo gli antichi non avrebbe mai potuto lasciare Atene.

Adesso, non vi resta che fare una visitina alla Dea Atena presso la sua dimora, l’Acropoli!

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