Indonesia: isola che vai tradizioni che trovi

Ad agosto 2002 siamo andati in Indonesia. Il nostro viaggio vedeva Bali come base da cui partire per le altre isole tra una visita e l’altra e un po’ di relax.
Premesso che anche Bali ha il suo fascino e richiede il suo tempo per essere visitata, anche altre isole ci hanno lasciati stupiti per la loro bellezza e le loro tradizioni.
Cominciamo però dall’Isola degli Dei, Bali appunto.

Ulun Danu temple, Bali
Ulun Danu temple, Bali

Qui vi propongo un po’ di cose interessanti da non perdere assolutamente.

  1. Ubud -Cittadina di circa 30.000 abitanti che si trova a circa 30 km a nord-ovest di Denpasar considerata il centro culturale di Bali. Pittura e arte tessile, ma anche sculture tradizionali in legno sono tutti elementi tipici dalla città. Ubud è conosciuta sin dagli anni venti come luogo di sosta di artisti europei e americani.
  2. Il Palazzo di Ubud, ad entrata libera, dove ancora la famiglia reale vive, quindi si possono visitare solo alcune zone. Splendide le porte decorate e le statue.Accanto si trova il tempio Pura Sareng Agung e il tempio privato della famiglia reale, il Pura Marajan Agung.
  3. Vicino si può ammirare uno splendido tempio, il Pura Taman Saraswati, un’oasi di pace, rispetto al traffico della strada principale. Questo tempio dedicato alla dea della saggezza e delle arti, è fiancheggiato da due vasche con fiori di loto. Davvero molto suggestivo.
  4. Il mercato di Ubud è un insieme di bancarelle e piccoli negozi che vendono, quasi tutti gli stessi prodotti, pantaloni freak, vestitini freak, magliette freak, collane e braccialetti freak e chi più ne ha più ne metta! Altri vendono le classiche magliette iconografiche rigorosamente “made in china”. Abbiamo visto pochissime bancarelle che vendessero frutta o verdura, quelle si possono incontrare maggiormente ai lati delle strade principali.

    Le risaie a terrazza (Ubud - Bali)
    Le risaie a terrazza (Ubud – Bali)
  5. Pura Tanah Lot – Sulla costa ovest di Bali, è probabilmente il tempio più famoso e fotografato dell’isola, ed è dedicato alla divinità del mare. Tanah Lot significa terra (Tanah) e mare (Lot), un nome più che appropriato se si considera la sua posizione spettacolare sulla cima di un’imponente scoglio affacciato sul mare. I miti e le saghe legate a questo luogo sacro sono affascinanti quasi quanto il tempio stesso. Dopo che il sacerdote santo Danghyang Nirarta vi trascorse una notte, la popolazione di Bali decise di costruire il tempio di Tanah Lot in questo luogo. Si racconta che esisteva un ponte che collegava il tempio alla terraferma che venne distrutto dal mare impetuoso. Un’altra curiosità interessante è che sotto Tanah Lot esiste una grotta con una sorgente magica. È curioso infatti come l’acqua della fonte sia dolce nonostante il tempio sia circondato dall’acqua salata dell’oceano.

    Bali - Tramonto a Tanah Lot
    Bali – Tramonto a Tanah Lot
  6. Pura Taman Ayun – Tempio circondato da splendidi giardini ben tenuti, stagni e piccoli canali con fiori di loto; fu costruito nel 1635 dal re del regno di Mengwi e fu restaurato solamente nel 1937. I turisti non possono accedere nel cortile interno, dove si trovano splendide torri a più piani, chiamate “meru”. Camminando attorno al tempio si respira un’aria di pace e tranquillità.

Sull’Isola di Giava sono rimasta colpita dalla grandezza e dalla maestosità dai templi di Pranbanan (Tempio Induista) e di Borobudur (Tempio Buddista). Lo spettacolo, che si aveva dal secondo sul paesaggio circostante, lasciava senza fiato oltre al fatto che Borobudur è il Tempio Buddista più grande del Mondo! Purtroppo non si conosce molto del passato di questo tempio, si pensa sia stato costruito tra il 750 e l’800 d.c, grazie allo sforzo di ingegneri, operai e schiavi che tagliarono e trasportarono i grossi massi di pietra, utilizzati successivamente per la costruzione. Dopo il declino del buddismo, il tempio fu quasi abbandonato; soltanto nel 1815 quando fu scoperto il sito archeologico, iniziarono il lavoro di restaurato da parte degli olandesi. Grazie ai soldi investiti dall’Unesco nel 1970 si iniziò un’altra opera per salvaguardare l’opera dall’usura del tempo e proteggerla da infiltrazioni di acqua. Inoltre il tempio fu dichiarato Patrimonio dell’Umanità.

Giava - Il complesso di templi di Prambanan
Giava – Il complesso di templi di Prambanan

ll Tempio di  Prambanan, invece, è un complesso di templi.  Purtroppo molti furono danneggiati dal terremoto del 2006, infatti, mentre si cammina tra le rovine, si possono osservare ammassi di pietra e operai intenti alla ristrutturazione del sito. Il tempio più importante e bello è quello dedicato a Shiva, il Candi Shiva Mahadeva che con la sua guglia, alta 47m, spicca tra le colline. L’esterno delle torri è decorato con immagini tipiche della religione induista, inoltre ogni entrata, è sorvegliata da due leoni. Nell’interno in una delle sale si trova la statua di Shiva, in un’altra il figlio Ganesha, con la testa di elefante. A differenza del Borobudur, qui ci sono meno turisti locali, solo alcune scolaresche che si fermano a parlare con i turisti per impratichire il loro inglese.

Lo spettacolo dei vulcani di Giava dal Tempio di Borobudur
Lo spettacolo dei vulcani di Giava dal Tempio di Borobudur

Sull’Isola di Sulawesi sono stati i Toraja ad accoglierci, ad accompagnarci in giro per i loro villaggi, a raccontarci e farci scoprire le loro tradizioni, usanze e credenze religiose davvero interessanti e, in ultimo, ad invitarci ad una cerimonia funebre, la più importante per questo popolo che, probabilmente dal Borneo, giunse con le proprie imbarcazioni (riprodotte fedelmente nell’architettura delle abitazioni e dei granai), sull’isola per stabilirvisi. Le case tradizionali toraja, dette tongkonan, infatti, sono in legno e caratterizzate da tetti sporgenti, che ricordano la forma della poppa e della prua di una barca, oppure le corna del bufalo. Tutte le superfici sono finemente intagliate e decorate con motivi continuamente differenti, uno più bello dell’altro. Di fronte alla casa c’è anche una sorta di torre di corna di bufalo e, più corna sono impilate, più importante è la famiglia all’interno del proprio villaggio. Questo importante particolare è legato al culto dei morti. Ora mi spiego meglio…

Il funerale nella cultura Tana Toraja è unico al mondo. Per secoli seppellivano i loro morti in buche scavate nella pareti di roccia verticali alle quali si accedeva con impalcature di bambù, perché la loro cultura dice che i corpi dei morti non possono toccare il suolo. Col passare del tempo si sono evoluti fino alla creazione di una bara di forma molto speciale, con i tetti forma di barca rovesciata, di animale o simili alle nostre, che conservano i corpi dei loro parenti.

Tana Toraja - Un tipico cimitero con bare sospese in grotte naturali
Tana Toraja – Un tipico cimitero con bare sospese in grotte naturali

Noi siamo gli unici turisti presenti e veniamo fatti accomodare sotto uno dei tanti gazebo temporanei in bambù costruiti per l’occasione e che imitano la forma delle abitazioni tradizionali dove ci vengono offerti del tè e dei dolci. Assistiamo alla parata dei parenti, alcuni vestiti di nero, altri con con abiti tipici molto colorati. Uno speaker, la cui postazione è proprio di fianco a noi, fa la telecronaca dell’evento e coordina i diversi momenti della cerimonia. Gli altri personaggi di spicco sono gli anziani della famiglia: un uomo con bastone da sciamano che guida la processione e una sorta di cowboy vestito di nero. Al centro del cortile viene cucinato uno stufato di bufalo in un grosso pentolone posto sopra il fuoco. Decidiamo di evitare la fase più cruenta della cerimonia, cioè il sacrificio degli animali: in questa zona dell’isola, a maggioranza cristiana, sono ancora messe in atto alcune tradizioni permutate dalle antiche religioni animiste. Si uccidono sopratutto i bufali, considerati simbolo di ricchezza e potere: più animali vengono sacrificati, maggiore è il prestigio della famiglia, che può arrivare anche ad indebitarsi pesantemente in vista del funerale.

Un tipico villaggio dei Toraja. Ogni abitazione ha, di fronte a se, il proprio granaio.
Un tipico villaggio dei Toraja. Ogni abitazione ha, di fronte a se, il proprio granaio.

Vi propongo di leggere, se siete interessati all’Indonesia, le proposte di Go Asia perché vi lascia liberi di comporre l’itinerario che preferite oppure di prendere spunto per creare voi il vostro “viaggio personalizzato”senza legarvi al tour operator.  

Girovagando un po’ ovunque