Il Deserto dell’Oman, un paesaggio non del tutto incontaminato

Un allarme ambientale che incombe su Madre Natura è l’inquinamento da rifiuti che, da sola, non può certo smaltire. Il più diffuso tra questi, dalla terra ai mari, è la plastica.

Anche nel Deserto dell’Oman, tra la sabbia, l’abbiamo trovata: bottiglie, sacchetti, tappi… non raccolti e disseminati dal vento un po’ ovunque.

Una grande moschea nei pressi di un’Oasi

Alla base di ciò, probabilmente, la mancanza di un’educazione ambientale, che si dovrebbe dare fin dalla prima infanzia, per sensibilizzare almeno le nuove generazioni. Dall’altra parte, forse, la mancanza di figure (come i Ranger nei Parchi Americani o le nostre Guardie Forestali ) che facciano rispettare le regole riguardanti lo smaltimento dei rifiuti. Non dico di cominciare con una vera e propria raccolta differenziata, ma, almeno evitare l’abbandono di spazzatura un po’ ovunque, soprattutto, in un ecosistema cosi’ complesso come, in questo caso, il deserto.

Orici d’Arabia

Se avessi avuto tempo e mezzi avrei quanto meno raccolto quella trovata lungo il nostro cammino.

Plastica a parte, il Deserto è sempre il Deserto, luogo di silenzio, riflessione, regno della sabbia e dei nomadi (Beduini). Per questo non vi ho inserito immagini con rifiuti, ma solo scatti di grande bellezza, come solo la natura sa regalarci.

Qui il Sultano ha provveduto a far costruire moschee e regalare ai Beduini pompe per estrarre l’acqua dai pozzi e, sempre qui, sta facendo reintrodurre l’Orice d’Arabia da tempo estinto.

Aspettando il Tramonto

Avendo passato la notte nel Deserto, abbiamo potuto goderci il tramonto e il cielo stellato: spero che le generazioni future possano godere di tali meraviglie, per molto tempo ancora.

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