Ebridi, isole meravigliosamente selvagge!

Ci sono posti dove la natura ricorda ogni tanto chi è il più forte tra lei e noi,ma ci sono posti dove lo ricorda tutti i giorni. Tra questi ci sono senza dubbio le Isole Ebridi. Appartengono alla Scozia, ma qui, spesso, a farla da Sovrana è proprio Madre Natura, più che la Regina Elisabetta. Geograficamente sono divise in due gruppi

  • Ebridi Interne, che includono Skye, Mull, Islay, Jura e le Small Isles, tra cui Staffa
  • Le Ebridi Esterne, che includono Lewis e Harris, North Uist, South Uist e Saint Kilda.

Le Ebridi interne (in gaelico scozzese: Innse Gall) erano già abitate da navigatori Vichinghi già prima del IX secolo. Seppur in maniera ufficiosa era controllate dal governo norvegese. Il controllo delle isole da parte della Norvegia venne formalizzato nel 1098 quando il re Edgar di Scozia cedette formalmente le isole al re Magnus III Olavsson di Norvegia.

Le Ebridi Esterne (In Lingua gaelica scozzese: Na h-Eileanan Siar), all’estremità occidentale dell’Atlantico, conosciute anche come Outer Isles, o Western Isles rappresentano il cuore della cultura gaelica; con una superficie totale di 3.071 km², sono, invece, una delle 32 regioni unitarie della Scozia (con capoluogo Stornoway sull’isola di Lewis).

La mappa delle Isole
La mappa delle Isole

Per questa mia prima volta alle Ebridi, mi sono limitata a visitarne solo alcune, ma devo dire che, la prossima volta, finisco il mio giro…

Inizierò col presentarvi la prima che è stata poi anche base per visitarne altre: è l’Isola di Mull.

L’isola di Mull è un paradiso di pace dove ci si può godere un meraviglioso panorama e la luce più speciale di tutto il Regno Unito. Non c’è da meravigliarsi, infatti, che i coloristi scozzesi e molti altri pittori nei secoli abbiano scelto quest’isola come fonte di ispirazione. L’isola di Mull appartiene all’arcipelago delle Ebridi interne ed è la seconda per grandezza dopo Skye. A differenza di quest’ultima non ha un ponte che la collega direttamente alla terraferma e può essere raggiunta solo via mare. Questo oltre ad una popolazione piuttosto ridotta, fa sì che l’isola mantenga una tranquillità invidiabile e sia il posto ideale per una vacanza rilassante ai confini del mondo chiassoso e confusionario in cui viviamo.

Un po’ di storia

Ci sono testimonianze che dimostrano insediamenti sull’isola di Mull fin dall’ultima era glaciale, ben 6000 anni prima di Cristo. Costruzioni megalitiche risalgono alle genti che popolarono l’isola nell’Età del Bronzo, mentre alcune strutture fortificate oltre ai caratteristici crannogs ci raccontano la vita sull’isola durante l’Età del Ferro. Il Cristianesimo arrivò a Mull nel VI secolo con l’opera evangelizzatrice di San Columba. Il famoso predicatore irlandese aveva infatti eletto a sua sede e punto di partenza la vicina Isola di Iona. Nel XIV secolo l’isola di Mull entrò a far parte dei domini del Signore delle Isole, allora il capo del Clan MacDonald. Con la fine della Signoria delle Isole, Mull passò nelle mani prima dei MacLean e poi de Campbell (1681). Tra il XVIII e il XIX secolo, Mull, come gran parte delle Highlands, subì le cosiddette Clearances e la popolazione dell’isola di ridusse da 10.000 a meno di 3000 abitanti. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu sede di una base militare navale prima di recuperare la pace che oggi la caratterizza.

Mull - L'approdo all'Isola
Mull – L’approdo all’Isola

Tesori sommersi

Narra la leggenda che da qualche parte sotto le acque che circondano l’isola di Mull, nei pressi di Tobermory bay, si trovi il relitto di un galeone spagnolo carico di un tesoro che aspetta solo di essere trovato. Secondo una versione della storia si tratta di uno dei galeoni dell’Invincibile Armata ormeggiato a Mull per rifornirsi prima di tornare in Spagna. In seguito a una disputa scoppiata a bordo, un incendio della polvere da sparo avrebbe fatto esplodere ed affondare la nave con il suo ricchissimo carico di dobloni d’oro. Un’altra versione afferma invece che si trattasse del San Juan de Sicilia fermatasi per aiutare il capoclan MacLean in una delle sue battaglie. Stando agli archivi, però, quella nave trasportava soltanto truppe e non oro. Cacciatori di tesori hanno cercato il relitto per più di duecento anni, ma nessuno ha trovato il tesoro e la verità sul galeone spagnolo è ancora sommersa nelle acque di Mull.

I Castelli dei Clan

Due imponenti fortezze, il Castello di Duart ed il Castello di Torosay fanno da complemento perfetto alla bellezza naturale dell’isola di Mull con lo splendore tipico delle residenze neoclassiche. Il Castello di Duart fu portato in dote nel 1350 al capo del Clan MacLean dalla moglie Mary, figlia di John of Islay, allora Signore delle Isole. Durante il XVII secolo fu al centro delle lotte tra clan legate alle Rivolte Giacobite, tra i MacLean e i Campbell, signori di Argyll e partidari della corona inglese. Soltanto alla fine del Seicento i Campbell riuscirono ad espugnare e impossessarsi del castello, che da allora iniziò una lenta rovina. Nel corso dei secoli successivi passò di mano in mano insieme al vicino Castello di Torosay finché all’inizio del Novecento non fu riacquistato da un MacLean e restaurato. Oggi è aperto al pubblico e viene usato spesso come location cinematografica.

Mull - Duart Castle
Mull – Duart Castle

Il Castello di Torosay, molto più recente (1858) è opera dell’architetto David Bryce. Più del castello in sé, il visitatore rimane colpito dai 5 ettari di giardini che lo circondano. Nei giardini, aperti al pubblico, è possibile passeggiare, tra le altre cose, lungo lo Statue Walk, un sentiero sul quale sfilano 19 statue opera dello scultore italiano Antonio Bonazza, che il proprietario del castello, Guthrie, trovò abbandonate in un giardino vicino Milano.

Tobermory

Incantevole capitale dell’isola di Mull, Tobermory è un piccolo villaggio di pescatori. È stata fondata nel 1788 e le sue case colorate ricordano quelle dell’Irlanda. Ci troviamo in uno dei luoghi più suggestivi di tutta l’isola. L’isola offre anche moltissime attività culturali ed è centro di una Compagnia di Teatro attiva in tutta la Scozia che tra le altre cose gestisce un programma di educazione e sensibilizzazione della gioventù.

La seconda visitata è stata l’Isola di Staffa. Parliamone…

Sull'Isola di Staffa
Sull’Isola di Staffa

Chi pensava che l’isola di Staffa, nell’arcipelago delle Ebridi interne (Scozia), avesse qualcosa a che fare con l’attrezzatura ippica rimarrà deluso. Il nome di questo isolotto, noto per le sue spettacolari formazioni geologiche (nella foto) deriva da una parola di origine scandinava che significa “pilastro”. E in effetti i pilastri di basalto, qui, sono la prima cosa che salta all’occhio.

Patria di centinaia di uccelli marini,  Staffa è nota soprattutto per le sue magnifiche colonne basaltiche, originate da una colata lavica che, 60 milioni di anni fa, cominciò a raffreddarsi in schemi esagonali i quali, partendo dalla superficie, si estesero in profondità, formando le colonne e dando vita ad un luogo suggestivo e mitologico che sconvolge con la sua bellezza disarmante: parliamo di Fingal’s Cave, la Grotta di Fingal, una cava marina situata sull’Isola, parte del National Nature Reserve del National Trust for Scotland.

Staffa - Una Pulcinella di Mare su una sporgenza
Staffa – Una Pulcinella di Mare su una sporgenza

L’aspetto delle colonne basaltiche esagonali è simile a quelle del Giant’s Causeway, in Irlanda, e della vicina Ulva. Fingal’s Cave, che sembra disegnata e intagliata, tanto è perfetta, armoniosa nei colori e nelle forme, è la musa ispiratrice di Felix Mendelssohn che, dopo averla visitata nel 1829, compose Die Hebriden (Ouverture Le Ebridi, Opus 26), ispirato agli strani echi della grotta, di Brahms (Il Canto dalla Grotta di Fingal) e dei Pink Floyd, con il loro brano strumentale “Fingal’s Cave”, scritto per il film “Zabriskie Point”, che però non venne inserito nella colonna sonora della pellicola cinematografica. La caratteristica apertura ad arco, il soffitto, le sue incredibili dimensioni (circa 20 metri d’altezza e 70 metri di profondità), il mare impetuoso che vi entra indisturbato e le onde che creano suoni misteriosi, le sono valsi il nome gaelico di “Grotta della Melodia” (An Uaimh Bhinn), mentre per la sua maestosità è chiamata “Cattedrale”. Divenne nota come Fingal’s Cave dal nome dell’eroe Fingal (“Bianco Straniero”) di un poema di James Macpherson del Ciclo di Ossian. Nella mitologia irlandese Fingal è conosciuto come Fionn mac Cumhaill (in scozzese, Finn Mac Cool) che ,secondo la leggenda, costruì un selciato tra Irlanda e Scozia. La grotta, per via delle forti correnti e della sua caratteristica conformazione rocciosa, non può essere visitata dall’interno poiché pericolosa per ogni tipo di imbarcazione ma, in caso di bassa marea, è possibile sbarcare e incamminarsi fino all’imbocco, costeggiando il sentiero naturale costituito da gradoni di colonne più o meno alte.

Staffa - Fingal’s Cave
Staffa – Fingal’s Cave

Visitatori famosi furono la regina Vittoria e il principe Alberto, l’artista JMW Turner, e poeti e scrittori Keats, Wordsworth, Tennyson e Sir Walter Scott.

La terza isola su cui ho messo piede è l’Isola di Iona.

Iona èun’isola piccola, poco più di un grosso scoglio in mezzo all’Oceano: le sue dimensioni sono 1,6 km per 5,6 km., il punto più alto misura 101 metri, ci dimorano stabilmente meno di 180 abitanti.

Quindi, perché si deve visitare Iona?A soli 5 minuti di traghetto da Mull, Iona racconta del primo periodo del Cristianesimo in questi luoghi e della sua lotta con l’antica religione celtica dei druidi.Qui l’asprezza dei paesaggi è la cornice di leggende e pellegrinaggi. Da secoli infatti i pellegrini percorrono i tratturi dell’isola. Questo microscopico lembo di terra è enormemente importante per la Scozia e per la storia degli scozzesi. E’ proprio a Iona che, nell’anno 563 d.C., il monaco Columba sbarcò con 12 confratelli dalla natia Irlanda, da cui era stato esiliato: la leggenda vuole che il Santo uomo, il cui nome in gaelico è Colum Cille, fosse anche un guerriero, avesse partecipato a battaglie e non avesse esattamente un ottimo carattere. A Iona San Columba fondò un monastero da cui la religione cristiana venne irradiata nelle remote terre delle Highlands abitate dai Pitti, genti pagane. L’antico Monastero di San Columba era anche un florido centro di cultura: il suo scriptorium (il luogo dove venivano scritti e miniati i libri in pergamena) era ritenuto uno dei migliori.

Iona - L'Abazia
Iona – L’Abazia

Le frequenti incursioni dei vichinghi, che depredavano l’isola, costrinsero i monaci ad abbandonare Iona e solo intorno al 1200 l’isola venne tornò ad essere un centro di culto monastico vitale con la costruzione dell’abbazia benedettina, che sorge in parte sui resti del monastero di San Columba  ed è costante meta di pellegrinaggi.

Accanto all’abbazia si trova la Sant Oran’s Chapel, una piccola e suggestiva chiesetta, l’edificio più antico dell’isola risalente probabilmente all’XI secolo. La leggenda narra che St.Columba avrebbe potuto terminare di costruire la cappella solo se una persona viva fosse stata sepolta nelle sue fondamenta. Il suo discepolo Oran si offrì volontario e così la chiesetta venne portata a termine, prendendo il nome dell’uomo. Poco lontano sorge invece la Iona Nunnery, costruita nel 1203 per i monaci Agostiniani scozzesi e che è per molti aspetti una copia in miniatura dell’abbazia. Veniva definita An Eaglais Dhubh, ossia la “chiesa nera”, per via del colore delle vesti dei monaci.

Per accedere al complesso abbaziale vero e proprio, bisogna pagare un biglietto di ingresso, ma la spesa è ripagata dalla possibilità di visitare una struttura monastica perfettamente conservata circondata da un prato di erba verdissima con, al proprio interno, un chiostro notevole dove sono esposte stele funerarie e pietre con iscrizioni gaeliche, la grande chiesa ancora utilizzata dalla Comunità di Iona per le celebrazioni ed una serie di edifici esterni – tra cui l’abitazione dell’Abate, a supporto del monastero.

Ma Iona non è solo questo. Talmente bella da togliere il fiato, con paesaggi da cartolina che difficilmente si immagina possano essere in Scozia, così a Nord. Si, perché Iona per il colore del mare sembra la Sardegna e per quello della sabbia i Caraibi! Ve ne accorgerete subito, appena vi sbarcherete…

Iona - Vista dal traghetto
Iona – Vista dal traghetto

Sull’isola di Iona c’è solo un centro abitato principale, Baile Mòr, a poche decine di metri dall’attracco del traghetto: qui si trovano gli uffici pubblici, la chiesa, la scuola ed i negozi dell’isola – un piccolo supermercato, qualche negozio di souvenir, artigianato locale e abbigliamento tecnico, l’ufficio postale, un paio di ristoranti e pub e una manciata di B&B e Guest House. A Iona ci sono poi un campo da golf, una graziosa sala da tè (Heritage Garden Cafè), un ostello ed un campeggio.

E con Iona termina il mio breve giro alle Ebridi, ma non quello della Scozia. E altri servizi dedicherò proprio a questa Nazione, fatta di Natura, Castelli, Storia, Leggende e Miti. Tutti luoghi da lasciarci il cuore e la voglia di tornare…

By https://sarainviaggio.altervista.org/

Un commento su “Ebridi, isole meravigliosamente selvagge!

  1. Durante un viaggio in Scozia, visitai Mull e Iona: sono incredibili, meravigliose! A Iona soggiornammo allArgil Hotel, tornando per pochi giorni ai tempi passati. È vero, Sardegna e Caraibi …. con foche!

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