Cosa vedere nella penisola dello Yucatán: siti Maya e cenotes

Quando si parla di Yucatán non si può non pensare ai siti archeologici Maya ed in particolare da Chichén Itzá, inclusa tra le sette meraviglie del mondo moderno. Uno dei simboli della penisola dello Yucatán è senza dubbio la Piramide di Kukulkan (anche conosciuta con il nome di El Castillo), uno dei più importanti centri cerimoniali Maya. Questa imponente piramide rappresenta la grandezza della civiltà Maya. Il colosso color bianco-grigiastro è alto 30 metri e conta esattamente 365 gradini verso il tempio sulla cima, come il numero dei giorni del calendario. I Maya, infatti, erano una società molto sviluppata, con una forte cultura dell’arte e dell’artigianato, del commercio e della scienza. Erano particolarmente competenti in matematica e astronomia, e inventarono il numero 0 senza influenze esterne. Senza computer o calcolatrici, crearono un fenomeno esclusivo che ha luogo due giorni l’anno: durante l’equinozio di primavera e di autunno, l’estremità dell’ombra del sole viene proiettata sulla piramide come un serpente che striscia lungo le scale.

Chichén Itzá – la Piramide di Kukulkan

Il serpente, che appare in molte decorazioni di Chichén Itzá, rappresenta Topiltzin Quetzalcoatl, ovvero il “Serpente Piumato”, che, intorno all’inizio dello scorso millennio, governava l’impero Maya e fu successivamente venerato come dio Maya con il nome di Kukulcán. Trasformò Chichén Itzá in una splendente capitale, con un mercato, una fonte sacra, un campo da pallone, le terme, l’altare sacrificale e il convento, un osservatorio a forma di guscio di lumaca e innumerevoli templi e palazzi; una struttura più decorata dell’altra, con geroglifici e animali e divinità scolpiti, compresa l’onnipresente divinità della pioggia Chac, dal naso deforme. Bisognerebbe dedicare un’intera giornata a Chichén Itzá per poter vivere appieno il suo splendore.Da non perdere anche il campo dedicato al gioco della pelota, il più ampio e meglio conservato al mondo, e lo spettacolare Cenote Sagrado, antico luogo di pellegrinaggio: i numerosi resti di ossa adagiati sul fondo hanno svelato che i Maya erano soliti utilizzarlo anche per i sacrifici.

Chichén Itzá – l’Osservatorio Astronomico

Altro sito da visitare è Tulum, uno dei centri di maggior importanza, sia storica che turistica, che dà il nome anche alla vicina città. Il nome Tulum, che in lingua Maya significa “muraglia” e si riferisce alle mura di fortificazione che la circondavano, venne dato solamente in epoche recenti, quando la città era già abbandonata e in rovina; il suo nome originale era Zamá (“alba, mattino”). Il complesso archeologico è situato in una posizione del tutto particolare, ovvero sulla costa a picco sul Mar dei Caraibi. Ciò ha fatto sì che quel fatidico 3 marzo 1517 Tulum fosse la prima città Maya ad essere avvistata dai colonizzatori spagnoli. Fino a quel momento Tulum era un importante scalo commerciale in stretta comunicazione con altri siti dell’entroterra e delle coste dell’attuale Belize.
A Tulum i prodotti principali commerciati erano il pesce, il sale, il miele e le piume di Quetzal.L’edificio più importante di Tulum è El Castillo, ubicato in prossimità di una piccola insenatura che ai tempi fungeva da porto. Da lì era possibile dominare il mare e vedere la vicina isola Cozumel. Oggi Tulum è nota ai turisti sia per l’archeologia sia per lo splendido paesaggio in grado di offrire. Infatti a Tulum vi sono delle bellissime spiagge con sabbia bianca finissima, tipica delle località affacciate sul Mar dei Caraibi. La tranquillità ed il bel posto, unite alla possibilità di visitare antiche rovine, fanno di Tulum uno dei luoghi più visitati dell’intero stato del Quintana Roo. La vicinanza con posti di turismo di massa come Cancun, Playa del Carmen e l’isola Cozumel hanno reso Tulum il posto ideale per una escursione.

Tulum, il sito sull’Oceano

In ultimo, ma per noi il più bello di tutti, vi consiglio Uxmal, sito archeologico precolombiano designato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1996.  Denominato Uxmal forse in derivazione da Oxmal (‘Tre volte ricostruita’ nell’antica lingua maya yucateca), l’insediamento urbano fu fondato intorno nel VI secolo circa con un piano urbanistico dettato da criteri astronomici invece che di ordinamento geometrico tipico delle città maya. In origine cittadina rurale in un territorio collinare fertile, Uxmal raggiunse il massimo sviluppo nel Periodo Classico (250-900) della civiltà Maya e diventò la capitale e il principale centro predominante cerimoniale, politico, amministrativo, commerciale dello stato insediatosi nella regione collinare di Puuc tra l’850 e il 950. Iniziato il declino nel 900, la città fu poi abbandonata forse per il sopravvenire di una perdurante estrema siccità.

Uxmal – la Piramide dell’Indovino

La struttura della Piramide dell’Indovino su base ellittica è l’unico tempio piramidale scoperto nel sito, la più alta (35 metri) e originale per architettura. Fu edificata in cinque fasi successive tra la metà del VI e del X secolo innalzando cinque strutture con templi l’una sull’altra. Una ripida scalinata a tre rampe conduce all’ingresso del tempio di ultima edificazione. Tra i più importanti e complessi esempi di architettura Puuc e preispanica sono il ‘Palazzo del Governatore’ con raffigurazioni della nascita del pianeta Venere e il ‘Quadrilatero delle monache’ con un motivo a grata con due serpenti stilizzati intrecciati simbolo del dio serpente piumato Quetzalcoatl. Il Quadrilatero delle Monache destinato a funzioni di rappresentanza è il complesso architettonico più maestoso e raffinato del sito. I quattro edifici allungati ai lati di un ampio patio quadrangolare e che comprendono molte stanze indussero erroneamente i conquistatori spagnoli a ritenere che si trattasse di un convento.

Uxmal – Iguana autoctona

Il Palazzo del Governatore posto su una ampia piattaforma piramidale è composto da tre edifici: uno centrale molto più lungo e due laterali collegati da due arcate. Ai piedi della scalinata principale, la Piattaforma dei Giaguari è sormontata da un altare cerimoniale che rappresenta due giaguari uniti per il torace e con le teste voltate in posizione opposta. La Casa delle tartarughe  è un edificio minore con il cornicione superiore decorato con raffigurazioni di questo rettile. Per la simbologia Maya, la tartaruga era nutrice del dio del mais, origine della vita, ed era associata all’acqua e al dio Chaac. La Grande Piramide è composta da una grande scalinata a nove livelli che conduce fino a un tempio con molte raffigurazioni in particolare di pappagalli, uccelli associati al dio Sole Itzamà (Itzamnà). Dall’alto, la vista panoramica è imperdibile sul sito archeologico e sulla regione Puuc attorno. Il Campo da gioco della pelota è l’unico del genere nella regione Puuc, ma fu comune nelle culture della Mesoamerica.

Lo Yucatán quindi non è solo Riviera Maya, ma una penisola tutta da scoprire!