Benvenuti a Bishkek, Capitale Kirghisa

Il nostro viaggio finalmente ha avuto inizio!

Arrivati, dopo aver posato i bagagli in hotel ed esserci sistemati con calma le cose, abbiamo visitato Bishkek, la Capitale. Precedentemente chiamata Frunze, è il centro industriale del Paese.

La statua di Lenin

Fondata nel vicino 1825, la città non offre la possibilità di ammirare strutture precedenti la II Guerra Mondiale. La città vanta due primati: quello di essere”Città Verde” e quindi aver il maggior numero di alberi per persona tra le città dell’Asia centrale e quello di essere l’unica città al mondo il cui nome deriva da un utensile di legno, un bidone utilizzato per produrre il latte di giumenta fermentato. Noi conosciamo bene questa bevanda perché già assaggiata in Mongolia e, anche qui, l’assaggeremo sicuramente quando saremo in compagnia dei pastori nomadi. Siamo quasi certi che, come in Mongolia, saranno loro stessi ad offrircela. Del resto, anche qui in Kirghizistan, si parla di persone molto ospitali.

Uno dei mercati della città

Ma torniamo alla Capitale. Il centro di Bishkek si estende tra Frunze Street e Chuy Avenue ed è facilmente girabile a piedi. Il punto di partenza è l’estesa piazza Ala-Too, il cui nome ( “montagne maestose”) è un chiaro riferimento al carattere montuoso del territorio. Al centro della piazza si trova un monumento all’eroe nazionale Manas che secondo la leggenda avrebbe unito 40 tribù sconfiggendo gli invasori Mongoli.

La piazza e il suo eroe a cavallo

Alle spalle del monumento si trova il museo della storia e, sulla piazzetta dietro ad esso, si trova oggi la statua di Lenin che durante il periodo sovietico era al posto di quella di Manas. Sulla piazza c’è pure un’enorme asta portabandiera sorvegliata da due guardie che si danno il cambio circa ogni due ore seguendo un rituale ben preciso. Tutto intorno, invece, si possono inoltre scorgere i principali edifici governativi del paese, come il parlamento, la corte suprema e numerosi ministeri.

Il nuovo Parlamento

La piazza Ala-Too, tuttavia, si estende soprattutto al di là di Chuy Avenue, in un ampio spazio racchiuso tra due edifici porticati, di solito utilizzato per e celebrazioni ed adunate.

Sotto i portici, troviamo un paio di negozi di souvenir (il settore turistico è ancora ai primi albori, per questo non ne vediamo altri, almeno qui).

A noi il centro di Bishkek è piaciuto: tipico della maggior parte delle grandi città dell’ex Unione Sovietica (monumentale e con tanto verde); frizzante come i suoi abitanti; multiculturale come la storia del Paese; ricco di simboli che rimandano, appunto, all’epoca sovietica, ma anche alle antiche tradizioni nomadi, con cui i giovani si scontrano, inevitabilmente, per la voglia di avvicinarsi all’Occidente. Insomma, un luogo dove si avverte in tutto e per tutto la velocità del cambiamento dal passato al futuro. Almeno noi l’abbiamo percepita così…

Uno dei polmoni verdi della capitale

Da domani si comincia a vagabondare come nomadi!!!

A presto!

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