Aurore Boreali, incanto della Natura sospeso tra fantasia e realtà

Che cos’è un’aurora boreale? Dove accade? E per quale motivo, a volte, il cielo notturno invernale (fino a primavera non troppo inoltrata)  dei Paesi nordici  si riempie di lampi verdi o rossi?

L’aurora boreale è un fenomeno naturale che da secoli, se non da millenni, affascina l’uomo. La storia che ha portato alla sua corretta definizione in termini scientifici è durata ben 25 secoli, un lunghissimo periodo di tempo nell’arco del quale sono sorte tantissime storie e leggende tradizionali.

Islanda - L'Aurora sul Lago Mývatn
Islanda – L’Aurora sul Lago Mývatn

Fino alla metà del XIX secolo , gli scienziati pensavano che quelle strane luci colorate, che nei mesi invernali, spesso, riempivano i cieli a latitudini settentrionali, fossero i riflessi dei raggi del sole  su enormi iceberg galleggianti negli oceani polari. Oppure che fossero dei lampi di alta quota. Finché, il 28 agosto del 1859, l’astronomo inglese Richard Christopher Carrington capì che il fenomeno era legato all’attività del Sole. Le aurore, infatti, sono prodotte da particelle elettriche (elettroni e protoni) che, arrivando dal Sole, colpiscono la ionosfera terrestre, ossia la parte di atmosfera compresa tra i 100 e i 500 km di altitudine. Quando il fenomeno elettrico si esaurisce, l’energia prodotta dagli elettroni si trasforma in luce visibile: l’aurora boreale (se abitassimo in un Paese al di sotto dell’Equatore la chiameremmo “aurora australe”. Noi, di quest’ultimo tipo, ne abbiamo vista una sola perché più rara di quella boreale, ma non meno suggestiva. Ne parleremo in un altro articolo).

Una piccola curiosità. In lingua inglese l’aurora boreale viene chiamata “northern lights” ossia luci del nord. La ragione è semplice: nei Paesi a latitudini più meridionali, come per esempio quelli dell’Europa centrale e meridionale, l’aurora boreale non esiste: luci del nord, appunto!

Nelle righe che seguono vi raccontiamo alcune delle leggende più misteriose e intriganti, così anche voi potrete scoprire se credete ad alcune di esse e chissà, la prossima volta che vedrete l’aurora danzare nel cielo potreste ricordarvi di queste storie e rievocare gli stessi miti… l’unico limite è la vostra immaginazione!

Partiamo dalla Lapponia!

La regione della Lapponia ha da sempre costituito un elemento di mistero nella tradizione folkloristica della nazione. Numerosi miti prendono spunto dall’antica fede animista dei Sámi, tribù dell’Artide e unico popolo indigeno d’Europa.

L'aurora Boreale nella Lapponia Finlandese
L’aurora Boreale nella Lapponia Finlandese

Nella mitologia sámi tutto ha un’anima. Tutte le cose, animate e inanimate, hanno pertanto una loro storia. Pietre e alberi, volpi e renne, le aurore boreali su nel cielo e il coltello in mano all’allevatore di renne: qualsiasi cosa porta con sé conoscenza e saggezza. E anche gli spiriti sono costantemente presenti dovunque ci si trovi. Per questo motivo è severamente vietato fischiare, applaudire o comunque richiamare l’attenzione dell’aurora boreale quando essa danza nel cielo. Facendo troppo rumore si rischia, infatti, di attirare l’attenzione degli spiriti che potrebbero scendere dal cielo e rapire i trasgressori del divieto. Sebbene ormai nessuno creda più a questa leggenda, noterete che anche ai giorni nostri molto difficilmente le persone battono le mani sotto l’aurora boreale. Può essere che ci sia un pizzico di verità in questa leggenda? Sareste disposti a sfidare la sorte la prossima volte che vedrete l’aurora boreale danzare nei cieli del nord? Noi siamo stati in religioso silenzio…sempre. Non solo in Lapponia.

Durante l’era vichinga, si credeva che l’Aurora boreale fosse l’armatura delle valchirie che spandeva una luce tremolante. Esse erano le vergini mandate in battaglia da Odino perché scegliessero gli eroi che dovevano morire e li conducessero nel Valhalla. Quindi i bagliori in cielo segnalavano che le Valchirie erano “al lavoro”, indice di una battaglia in atto da qualche parte. Una volta nel Valhalla, le Valchirie portavano corni colmi di birra agli Einheriar (guerrieri uccisi).

In Islanda, similmente alla leggenda dei Vichinghi,  una vecchia leggenda popolare ci racconta, non di valchirie danzanti, ma, comunque, di angeli che ballano in Paradiso, creando così con i loro vestiti queste magnifiche forme di luce nel cielo.

In finlandese, l’aurora boreale si chiama “revontulet” termine che tradotto letteralmente significa “fuochi della volpe”. Il nome deriva da un antico mito secondo il quale l’aurora boreale fosse in realtà causata da una volpe magica. Secondo l’antica storia, la volpe, trovandosi in tremendo ritardo per l’annuale festival invernale, correva veloce fra le montagne imbiancate di neve quando, ad un tratto, si stancò di tenere in alto la coda. Successe così che ad ogni passo la coda della volpe, urtando la coltre di neve, provocava delle scintille che volando in alto verso il cielo diedero vita all’aurora boreale, o meglio, ai fuochi della volpe!

Reykjavik (Islanda) - Aurora boreale
Reykjavik (Islanda) – Aurora boreale

Per gli Inuit canadesi la Terra è piatta e il cielo è una immensa cupola fatta con un materiale duro punteggiato da molti piccoli fori, attraverso i quali puoi vedere luci (le stelle) quando qui è buio. Un sottile ponte unisce il nostro mondo con l’aldilà e i morti sono guidati nel cammino da spiriti dotati di fiaccole luminose.
Secondo gli Inuit della Groenlandia, le aurore (in lingua Inuktitut, “Qiugyat”) sono gli spiriti dei bambini deceduti di morte violenta o nel giorno del loro compleanno.
Ancora gli Inuit pensano che le aurore boreali sono provocate dagli spiriti dei morti mentre danzano o quando, con fianchi e teste cinte con fasce luminose, giocano alla palla con il cranio di un tricheco (un gioco descritto come un misto di rugby, calcio e lotta).

Gli Inuit inoltre credono che le persone viventi abbiano due anime, una chiamata “il respiro della vita” o “il respiro della luce”, l’altra è l’anima vera e propria. Quando una persona muore, il “respiro della luce” scompare e l’anima giunge nell’aldilà. L’oltretomba non è un luogo di paura ma piuttosto solo una transizione verso qualcosa di nuovo. Tre sono i mondi nell’aldilà e uno è immaginato proprio come un’aurora, infatti, Agetermiut e Agneriartarfik sono due dei tre mondi della vita ultraterrena e uno è luminoso nel cielo (proprio come l’aurora) e l’altro è molto profondo sotto la tundra. Questi due mondi per la cultura Inuit sono entrambi riservati ai buoni cacciatori e alle donne che hanno sopportato il dolore di un tatuaggio. Il terzo mondo, Noqumiut, è collocato invece subito sotto la crosta terrestre dove regna continuamente la fame e la pigrizia.
Alcuni Inuit pensavano che le aurore fossero infauste, e per respingerle agitavano i coltelli taglienti o le scagliavano contro getti di urina.
Anticamente all’apparire delle luci cangianti, gli Inuit dell’Alaska nascondevano i loro figli dalla potenza nociva delle aurore perché credevano che se un bambino le indicava durante la loro apparizione, esse venivano e lo portavano via per strappargli la testa e giocare con essa, mentre i Sami svedesi proteggevano le loro donne dai raggi luminosi. Oppure si diceva che guardarle avrebbe danneggiato gli occhi.

Per gli Indiani del nord degli Stati Uniti, nella direzione del vento del nord vivono i Manabai’wok, che sono nostri amici, ma che noi non possiamo vedere. Essi sono giganti cacciatori e pescatori e tutte le volte che sono fuori con le loro torce a cacciare con la fiocina il pesce noi lo sappiamo, perché poi il cielo brilla ad indicare il luogo in cui si trovano.
Gli Indiani Athabaska ritenevano che le aurore fossero i riflessi della danza del fuoco di folletti.

Ancora un'Aurora tra le nevi del Grande Nord
Ancora un’Aurora tra le nevi del Grande Nord

Insomma chi più ne ha più…ne racconta!

A questo punto veniamo alla parte “pratica”. quando, come e dove vedere l’Aurora Boreale? Ecco i nostri consigli a riguardo…

L’aurora boreale è un fenomeno che in realtà si manifesta tutto l’anno, ma è visibile solamente al buio e lontano da fonti di inquinamento luminoso. La si può ammirare a certe latitudini in diverse parti del mondo: Norvegia, Finlandia, Svezia, Islanda, Russia, Groenlandia, Canada e Alaska. La fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno è il periodo migliore, ma noi vi suggeriamo il periodo che va da fine ottobre ad aprile. La scelta di questa finestra temporale è dettata più che altro dalla necessità di organizzare il viaggio in un periodo in cui ci possa essere neve, intanto perché il paesaggio è magico, incantato e tutto da ammirare già di per se, poi perché l’aurora con la neve è ancora più suggestiva. Non si può, infatti, mai avere la certezza al 100% di vedere l’aurora e, nel caso in cui a causa delle condizioni meteo avverse questo non fosse possibile, è bene avere altre ragioni per le quali il viaggio possa essere ricordato con grande entusiasmo. E vi assicuro che, aurore a parte, noi ricorderemo sempre ogni momento di ciò che abbiamo visto anche solo durante le poche ore di luce solare, specialmente in Islanda!

Esistono tanti modi per organizzare un’escursione per l’aurora boreale: con gli sci, con le ciaspole, in motoslitta, in barca e con qualsiasi altro mezzo l’artico possa proporre.

Le escursioni statiche prevedono il trasferimento ad un campo lontano dalla città e dall’inquinamento luminoso, per racchiudersi poi attorno al fuoco, magari con una cena tradizionale, ed aspettare il manifestarsi dell’aurora; le escursioni dinamiche si svolgono in piccoli furgoncini e prevedono lo spostamento da zona a zona per trovare il punto migliore dove l’aurora boreale potrà manifestarsi. In caso di cielo coperto la guida potrà guidare anche per centinaia di km nella notte al fine di cercare (e si spera… trovare) uno squarcio di cielo libero per poter ammirare l’aurora. Noi in effetti vi consigliamo questo secondo tipo di escursioni.

Al ritorno dall'ennesima splendida escursione nel Nord dell'Islanda. Questa volta domina il roso/arancio.
Al ritorno dall’ennesima splendida escursione nel Nord dell’Islanda. Questa volta domina il rosso/arancio.

Un elemento importante è l’abbigliamento.  L’escursione per l’aurora boreale prevede, a volte, l’esposizione a temperature molto rigide per un periodo di tempo prolungato, a volte anche 4 o 5 ore di fila. Tali temperature possono essere sopportate se opportunamente equipaggiati e coperti. Inoltre un buon modo per “produrre calore” è muoversi magari giocando con la neve o camminando con le ciaspole. Se ritenete invece di non poter comunque riuscire a sopportare il freddo, allora meglio optare per le escursioni che pur stando tante ore all’aperto prevedono in falò e un pasto caldo. Un’alternativa potrebbe essere la scelta di una esperienza in un rifugio nel cuore della foresta lontano dalle luci, dove basterà uscire fuori dall’alloggio per ammirare la fata verde. Tuttavia, l’abbigliamento termico, spesso in dotazione o, eventualmente, noleggiabile presso negozi specializzati, vi verrà utile anche per escursioni in motoslitta, slitta con i cani, ecc… specialmente quando soffia il vento artico.

Il prezzo di un viaggio per vedere l’aurora boreale può variare in base al luogo, al periodo, alla durata ed alle escursioni che si scelgono. Il modo migliore per risparmiare qualcosa è scegliere i periodi di “bassa stagione” evitando i giorni ad altra concentrazione turistica da Natale all’Epifania e da fine febbraio a metà marzo, anche se almeno statisticamente, si tratta di uno dei periodi migliori per avvistare le aurore. Noi,per necessità lavorativa, siamo sempre andati durante le festività e ci è andata bene (anche dal numero di turisti presenti).

Ultimo consiglio, sopratutto se avete apparecchiature sofisticate o un’ottima reflex con tanto di cavalletto, provate a fotografare l’aurora, altrimenti non state solo con l’occhio dentro l’obiettivo…Godetevi lo spettacolo dal vivo! Nessuno scatto, infatti, renderà giustizia a ciò che vedrete. Parola di veterana!

By https://sarainviaggio.altervista.org/